Gli aumenti dei vitalizi

Gentile direttore,

non avete citato della vergognosa decisione della Camera dei deputati di volersi alzare gli stipendi e ritornare ai vitalizi.

Mentre una parte del popolo vive di stenti a causa dell’inflazione annunciata dall’Istat al 6%, ma che nella realtà raggiunge il 30%, questi individui senza coscienza e compassione si aumentano lo stipendio e pretendono il vitalizio.

Questo dimostra che fare politica è unicamente un’opportunità di guadagno e potere, non certo un ruolo onorevole per rappresentare il popolo. Dovremmo sottoporre tutti i candidati a cariche pubbliche, a essere sottoposti a un test del QE (quoziente emozionale... preciso che allo stato attuale nessuno lo supererebbe...) e a un test medico per valutare se fanno uso di droghe. Noi abbiamo diritto al meglio e non al peggio come avviene oggi.

Se la politica fosse sostituita dall’intelligenza artificiale, programmata nel rispetto dei diritti umani, darebbe dei risultati eccellenti in fatto di moralità e avrebbe un elevato rispetto delle condizioni umane; non sosterebbe nessuna idea riguardante la guerra, le armi e ogni genere di violenza.

Al contrario l’intelligenza naturale (politici), ha da sempre dimostrato che è all’origine di tutti i problemi che abbiamo e ne produrrà sempre di più, generando maggiori sofferenze al popolo stesso. E gli italiani che fanno? Nulla! D’altra parte cosa dovrebbero fare dal momento che li hanno votati.

La superficialità di un popolo si esprime attraverso i politici. Come disse Tolstoj: il governo non è solo inutile, ma è anche dannoso è la più immorale delle istituzioni.

Gian Elio De Marco Ezael

Basiliano

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Caro Gian Elio,

la sua lettera è spietata. È vero che dalla classe politica ci si aspetta l’esempio perché dovrebbe rappresentare il meglio della nostra società: gli elettori li hanno indicati alla guida del Paese. Spesso però restiamo profondamente delusi, non da tutti, ma da alcuni.

In una democrazia il bene della cittadinanza si dovrebbe riflettere nell’orgoglio per i simboli, nel prestigio delle istituzioni, nella rispettabilità e nella dirittura morale degli eletti. L’antipolitica mina le fondamenta delle nostre istituzioni, ma se i partiti avessero affrontato con maggiore serietà e con sacrifici il tema dei loro emolumenti non avrebbero raggiunto livelli così bassi di popolarità e discredito.

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