La peggior prima puntata di Sanremo di sempre
Dal monologo di Benigni, un trionfo dell’ipocrisia, alla rabbia ingiustificata di Blanco: no, il festival di quest’anno parte male. E anche agli artisti si sono dimenticati come mordere la musica
Non è difficile da intuire ma la musica, che per un paio d’anni è riuscita a mettere il muso fuori dalla bagarre popolare facendosi sentire con energia nelle radio, in questo primo atto del Remo (poco san) è tornata a essere una bieca copertura.
Un incipit politico e patriottico con Mattarella live — è il primo presidente sanremese della storia — e con un Benigni al servizio dell’Italia, quando per decenni ha remato contro, tirando bordate a destra e a manca.
Un trionfo dell’ipocrisia, diciamolo forte e con dispiacere, per carità. Nella serata scelta per onorare i 75 anni della Costituzione riemerge con prepotenza l’articolo 11: “L’Italia ripudia la guerra”, ma poi è noto che quattro soldi con le armi l’Italia li ha sempre fatti. E che questo (magnifico) Paese promuove la libertà di parola e di pensiero, ma non sempre i potenti condividono il mitologico articolo 21.
La platea dell’Ariston scatta in piedi ad applaudire. Di giorno ci mettono alla fame e di notte ci obbligano alla ola. Poi però il popolo della platea s’incazza se Blanco spacca due fioriere. Gesto moltissimo scemo, ma sarebbe davvero il meno rispetto al resto.
L’inizio politico ha fatto ovviamente indietreggiare tutto il resto, canzoni comprese. Anna Oxa è comparsa alle 21.23, un’ora e venti dopo il primo ciak dell’inutile prima del festival. Una lagna.
Vi ricordate i festival veraci, duri e puri? Con i comici cattivi e la musica bella. Quest’anno abbiamo l’artista che si è scordato di come mordere e la musica così così, Mr. Rain, Olly, Leo Gassman, Mengoni, Mara Sattei ed Elodie a parte. Ah, poi ognuno si rapporta con le melodie come gli viene.
Continuiamo nel pestaggio.
Gianni Morandi: accettare di fare il valletto a quasi ottant’anni e coi capelli da ventenne, fa malinconia. Lui è stato al comando, ricordate? E ne ha comandati di show. Perché fare il secondo? Oddio, non voglio credere anche lui per soldi come Benigni, dai. A proposito, la Rai fa muro sul compenso al toscano. Nel 2020 furono, pare, trecento mila euro.
Chiara Ferragni: non è il suo. Ma zero proprio. E anche gli autori, crudeli. Dice lei. Anzi, le fanno dire: «Ho adorato tutti i festival di Amadeus!». E a Gianni: «Adoro tutte le canzoni». Mancava che dicesse a Mattarella: «Lei è il mio presidente preferito». E ai fiori: siete i più bei fiori di tutte le 73 edizioni.
La peggior prima puntata di sempre.
Anche la lettera di Chiara, nell’orrendo vestito trasparente “senza vergogna”, alla piccola Chiara — scritta da Chiara, parola per parola, precisa Ama — sottintende il consueto messaggio di sostegno alle donne, ormai un must sanremese, stavolta però recitato senza che nessuno sia intervenuto a eliminare la cantilena milanese tipica di chi non sa come affrontare un testo e lo legge con tutte le pause sbagliate.
Non sono mai stato così crudele in ventinove anni di festival. Giuro. Ironico, sempre. Cattivo, quasi mai.
Ma questo giro inaugurale mi ha fatto davvero imbufalire.
Fuori gara: Morandi ha cantato “Bella Belinda”, Mahmood e Blanco i famosi “Brividi”, che l’anno scorso ci vennero più volte, soprattutto per l’inimitabile Drusilla, i Pooh un medley pro passato che ci ha riportato in un laggiù rassicurante, un Pelù formato piazza e un Salmo in navigazione. Pensate che persino Beppe Vessicchio si è messo a fare lo spottone dei divani. No, non c’è giustificazione a tanto improvviso declino.
Classifica provvisoria sala stampa della prima serata, per quel che vale:
- Marco Mengoni,
- Elodie,
- Coma _Cose,
- Ultimo,
- Leo Gassmann,
- Mara Sattei,
- Colla Zio,
- Cugini di Campagna,
- Mr.Rain,
- Grignani,
- Ariete,
- Gianmaria,
- Olly,
- Anna Oxa.
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