Risultati definitivi: il candidato della birra al terzo posto
Dopo lo spoglio delle schede arrivate per posta, abbiamo ora i risultati definitivi delle elezioni presidenziali in Austria. Non differiscono molto da quelli pubblicati lunedì, dopo gli exit poll, segno che l’istituto demoscopico Sora ha fatto un eccellente lavoro. Li riproponiamo comunque, perché i lettori dispongano dei dati più aggiornati.
Lo spostamento di qualche decimo di punto da un partito all’altro ha avuto un solo risultato di rilievo: Marco Pogo, alias Dominik Wlazny, il candidato del Partito della birra, ha visto crescere il suo risultato dall’8,10 all’8,31 per cento. Una variazione modesta, che però è bastata per catapultarlo dal quarto al terzo posto, scavalcando Tassilo Wallentin, che dall’8,50% è sceso all’8,07%.
La situazione finale è dunque la seguente: al primo posto, Alexander Van der Bellen, con 56,69%, che lo conferma immediatamente alla presidenza della Repubblica senza la necessità di un ballottaggio. Al secondo posto, Walter Rosenkranz dell’Fpö (partito dell’estrema destra sovranista), con il 17,68% (prima dei voti per posta era al 18,9%). Terzo, come abbiamo detto, Dominik Pogo, con 8,31%, e quarto Tassilo Wallentin, con l’8,07.
Seguono Gerald Grosz (ex esponente del Bzö ai tempi di Haider e ora fuori dalla politica), con 5,57%; Michael Brunner dell’Msg (il movimento no vax) con il 2,11%; Heinrich Staudinger, fabbricante di scarpe, con l’1,9%.
Nella campagna elettorale Van der Bellen aveva potuto contare su un budget di 2,1 milioni, di cui 500.000 euro messi a disposizione dai Verdi e gli altri raccolti da un comitato di sostenitori. Rosenkranz (o l’Fpö che lo candidava) aveva investito nella propaganda 3 milioni. Tutti gli altri non hanno affisso manifesti, non hanno fatto volantinaggi, non hanno pubblicato nulla a pagamento sui giornali. Si sono serviti quasi esclusivamente di pubblicità gratuita sui social e di apparizioni personali nei vari Länder austriaci.
Partendo da queste considerazioni, sorprende il buon posizionamento di Wlazny, davanti a Wallentin il quale, pur non avendo investito nulla nella campagna elettorale, aveva alle spalle il sostegno della Kronen Zeitung, il quotidiano tabloid di cui è editorialista. È ben vero che il giornale non ha mai pubblicato articoli di appoggio per Wallentin, ma lo ha fatto indirettamente, pilotando le lettere dei lettori e dando spazio soprattutto a quelle favorevoli al suo giornalista.
E ciononostante Wlazny ha fatto meglio di Wallentin, conquistando soprattutto il voto dei giovani. È un caso, il suo, che andrà studiato, perché il rockettaro Wlazny ha saputo rivolgere i messaggi giusti a un segmento dell’elettorato, quello dei giovani, che sembrano non interessarsi alla politica e non riconoscersi negli esponenti dei partiti tradizionali e che probabilmente non avrebbero neanche votato.
A Vienna Wlazny ha fatto addirittura meglio di Rosenkranz, qualificandosi al secondo posto con il 10,70%, mentre il rappresentante dell’Fpö si è dovuto accontentare del 10,44%.
Marco Di Blas
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