Van der Bellen conta di vincere già al primo turno

epa10232373 Austrian President Alexander Van der Bellen adresses media at a polling station after casting his vote during the Austrian presidential elections in Vienna, Austria, 09 October 2022. Over six million Austrians are casting their votes to elect the next Austrian president. If no candidate achieves the outright majority, more than 50 percent of valid votes, the run-off will take place on 06 November 2022. EPA/CHRISTIAN BRUNA
epa10232373 Austrian President Alexander Van der Bellen adresses media at a polling station after casting his vote during the Austrian presidential elections in Vienna, Austria, 09 October 2022. Over six million Austrians are casting their votes to elect the next Austrian president. If no candidate achieves the outright majority, more than 50 percent of valid votes, the run-off will take place on 06 November 2022. EPA/CHRISTIAN BRUNA

Il giorno delle elezioni presidenziali in Austria è arrivato. Oggi i seggi apriranno quasi ovunque alle 7, in alcuni piccoli paesi addirittura alle 6, ma resteranno aperti in questa sola giornata fino alle 17 (in alcuni comuni del Tirolo Orientale fino alle 16).

Si teme che l’affluenza non sarà molto alta. Alle precedenti elezioni del 2016 partecipò al voto al primo turno il 68,5% degli aventi diritto, numero salito al 72,7% al ballottaggio. Come ricordavamo ieri, l’esito fu annullato per irregolarità nello scrutinio dei voti inviati per posta, per cui si rese necessario un secondo ballottaggio, a cui partecipò il 74,2%. Oggi ci si accontenterebbe di un 65%.

Va rilevata l’importanza crescente dei voti per posta. Non sono, come in Italia, i voti degli italiani residenti all’estero. In Austria possono votare per posta tutti quelli che lo desiderano, evitando così di doversi recare oggi al seggio. Lo fanno quelli che oggi hanno impegni di lavoro, ma anche chi è in viaggio oppure preferisce dedicare la domenica a una gita. Basta richiedere al proprio Comune di residenza la scheda di voto, con la relativa busta per la spedizione, che poteva essere effettuata fino alle 9 di mattina di ieri. La legge elettorale, infatti, impone alle Poste di svuotare le cassette delle lettere dopo le 9, in modo da poter raccogliere e recapitare agli uffici elettorali mandamentali gli eventuali voti postali spediti all’ultimo momento.

Naturalmente chi ha chiesto la busta per il voto postale, ma non ha più gli impegni previsti per oggi, può sempre recapitare la sua busta al seggio, consegnandola a mano agli scrutatori.

Ormai vota per posta non meno del 20% degli aventi diritto, ma nelle ultime elezioni politiche, in tempo di Coronavirus, il numero dei voti postali era salito addirittura al 44%. Quando questa sera gli istituti demoscopici pubblicheranno i loro exit-poll (e dopo le 19.30 circa anche i risultati quasi definitivi risultanti dal conteggio delle schede) dovranno affidarsi a calcoli complicatissimi per stimare in anticipo anche i voti inviati per posta, il cui scrutinio è rinviato per legge alle 9 di domani mattina.

Il risultato del voto di oggi – come scrivevamo ieri – è abbastanza scontato. La differenza tra il presidente uscente Alexander Van der Bellen e i suoi sei sfidanti è abissale. Soltanto Walter Rosenkranz, esponente dell’Fpö (il partito dell’estrema destra sovranista), viaggiava negli ultimi sondaggi intorno al 16%, mentre tutti gli altri erano sotto il 10%. Van der Bellen, quindi, sarà il vincitore della giornata. Resta soltanto da vedere se supererà il 50%. In caso contrario dovrà andare al ballottaggio il 6 novembre. Rosenkranz, che non ha alcuna speranza di battere Van der Bellen, punta proprio su questo obiettivo: il ballottaggio. Non per superarlo, me per l’esposizione mediatica che gli sarebbe assicurata nelle prossime quattro settimane e che gioverebbe alla sua immagine in vista di prossime consultazioni elettorali.

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