A 89 anni pensione ridotta per un errore burocratico
PORDENONE. Con i primi giorni di luglio, la signora Anna, nome di fantasia, 89 anni, ovviamente pensionata, invalida al 100 per cento, attendeva l’accredito, insieme alla pensione, della cosiddetta “quattordicesima”. Un importo modesto, 336 euro, che però fanno la differenza per chi percepisce un assegno minimo di circa 500 euro mensili.
La sorpresa per Anna non è stata positiva, non le è arrivato un aumento... non le sono stati accreditati i soldi della 14^. Perché? E per trovare risposta alla domanda, ecco iniziare l’avventura del figlio, perché è intuibile che non può essere Anna che peregrina da un Caf all’Inps, dall’Inps al patronato e dal patronato nuovamente all’Inps.
Accade che, attorno al 20 giugno, ad Anna arrivi una comunicazione dell’Inps con cui la invitano a compilare e far recapitare il cosiddetto modello Red relativo al 2012. Si tratta, in sostanza, di una dichiarazione con cui il titolare di pensione integrata al minimo informa l’Inps di non avere altri redditi oltre a quello da pensione o, in caso diverso, la provenienza e l’ammontare di eventuali altre entrate. Il figlio si munisce delle carte necessarie e prende appuntamento con un Caf, Centro di assistenza fiscale, e la settimana scorsa conclude positivamente la questione. Poi la verifica del mancato accredito della 14^.
La signora Anna avverte il figlio il quale si reca all’Inps per avere notizie. Gli spiegano «con molta cortesia - racconta il figlio - che all’Inps accade che la mano destra non sappia quel che fa la sinistra... Diversi anni fa l’istituto aveva infatti deciso di non richiedere più il modello Red ai pensionati over 80 (e mia mamma di anni ne ha 89), salvo poi tornare sulle proprie decisioni. Peccato che non l’abbia comunicato agli interessati, visto che a mia madre quella di quest’anno è stata la prima richiesta di comunicazione dei redditi che abbia mai visto. Fatto sta - spiega ancora - che la causa per cui l’Inps non ha erogato questa somma aggiuntiva è proprio quella reddituale: siccome non ha informato l’istituto sulla propria situazione, allora non ha diritto a ricevere questi denari».
A questo punto il figlio di Anna ha dovuto uscire dall’Inps e prendere appuntamento con un patronato (il Caf non è più sufficiente) davanti al quale dovrà procedere ad una “ricostruzione reddituale” relativa agli anni 2011, 2010 ecc. Dopodiché, una volta fatta questa cosa, l’Inps ripristinerà il versamento della 14^. Quando? «Beh, mi dicono che ci sono pratiche in attesa da circa un anno...», commenta sconsolato il figlio che da diversi giorni ormai “corre” per risolvere un problema «che lo stesso Inps ha creato».
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