A Cividale di nuovo sale operatorie chiuse
CIVIDALE. Dalle avvisaglie di rischio allo sbocco temuto. Nelle due sale operatorie dell'ospedale di Cividale sono stati superati ieri mattina i 26 gradi – soglia di tolleranza per poter eseguire gli interventi: al di sopra la legge lo vieta, per ragioni di sicurezza – e la day surgery, così, si è vista costretta allo stop. Le nove persone presentatesi per l'operazione sono state rimandate tutte a casa, senza – qui la nota più dolente – indicazioni sui tempi e sui modi del “recupero”.
«La situazione è fuori controllo, regna un’assoluta incertezza – tuona il consigliere regionale e comunale Roberto Novelli, che aveva sollevato nuovamente il caso alla fine della scorsa settimana –. Ci troviamo di fronte a un quadro inammissibile, attestazione di una totale mancanza di rispetto per i cittadini: presenterò in Regione un’interrogazione a risposta immediata.
Chi ha responsabilità in materia deve chiarire come sia possibile che a distanza di anni dall’insorgere del problema ci si trovi ancora al punto di partenza e nulla sia stato fatto».
La soluzione più banale (l’installazione, in via provvisoria, di un condizionatore mobile) parrebbe impraticabile per ragioni d’igiene: «Ma ci sarà pure un sistema, possibile – insiste Novelli – che non si trovi un rimedio? E che si continui, per qualche grado di scarto rispetto ai parametri fissati dalle normative, a mandare via la gente? Chi di dovere getti la maschera e dica chiaramente quali sono le prospettive per il servizio».
L’indignazione di Novelli trova sponda nel sindaco Stefano Balloch, che rincara la dose: «Quando ho chiesto la restituzione dei 6 milioni di euro destinati al nostro nosocomio, ma dirottati su quello udinese – ha detto –, l’ho fatto a ragion veduta, nella consapevolezza che il presidio necessita di investimenti per garantire le funzioni ordinarie. Il progetto predisposto per la somma assegnataci includeva il rifacimento delle sale operatorie: in alternativa, i fondi a disposizione avrebbero potuto coprire lavori di minore portata, ma comunque tali da consentire l’operatività della day surgery con qualsiasi clima esterno».
Ma i vertici del Santa Maria della Misericordia di Udine (a cui fa capo la struttura cividalese) rassicurano: «Gli strumenti di condizionamento attivi, piuttosto datati, non sono programmati per fronteggiare il caldo tropicale di questo giugno dalle temperature record. I tecnici si sono comunque messi subito all’opera per potenziarli, in modo tale che già oggi l'attività possa ripartire. L’azienda, peraltro, ha programmato un’azione strutturale, con completo rinnovo dell’impianto».
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