A Gemona i primi 10 posti letto per pazienti in stato vegetativo

La loro esistenza è finita in un limbo. Aprono gli occhi, li chiudono, il loro cuore batte, i polmoni respirano, ma non riescono a interagire con il mondo esterno. Vengono definiti pazienti in “stato vegetativo”. Altri invece manifestano segnali circa la presenza di un certo grado di consapevolezza, ma non sono in grado di rispondere in modo appropriato a domande o a svolgere azioni specifiche dietro richiesta. Vengono chiamati pazienti in “stato di coscienza minimo”. A determinare queste condizioni è solitamente un danno importante al cervello, spesso in conseguenza di un trauma cranico.
È intuibile come si tratti di drammi personali e familiari che è difficile affrontare, e lo è ancor di più quando, finita la fase delle terapie ospedaliere, la domanda che segue è: che cosa accade ora? Ci sono persone che, avendo possibilità, capacità e risorse, tornano a casa, assistite dai familiari e dai servizi domiciliari; altre, dimesse dagli ospedali per acuti, vengono accolte in casa di riposo (con gli intuibili costi a carico delle famiglie). Oggi, finalmente, a Gemona sono stati istituti 10 posti letto “Speciali unità di assistenza protratta”, abbreviato in Suap, dando concretezza ad un progetto abbozzato ancora nel 2012 dalla Direzione centrale della Salute, poi inserito nella legge di riforma della Sanità del Fvg del 2014, quindi “dimenticato” per alcuni anni, e ripreso in mano la scorsa primavera dal Commissario straordinario di Asui Udine e Ass3 Alto Friuli, Giuseppe Tonutti. La sede individuata è quella di Gemona, il complesso è lo stesso della Rsa dove, nell’ala nord, è stato ricavato lo spazio per ristrutturare 10 camere singole, accoglienti, dotate di aria condizionata e dei comfort necessari, da destinare, per l’appunto, al Suap.
Nel mese di luglio è stato trasferito dal Gervasutta il primo paziente, a oggi sono 3 quelli accolti a Gemona, con l’obiettivo di andare a regime con i 10 posti letto che sono destinati a persone residenti nella provincia di Udine, ma che possono accogliere persone di altri territori. Nel qual caso l’Azienda di competenza rimborserà alla Ass3 oggi e all’AsuFc (Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale) dal primo gennaio 2020, un costo pari a 262 euro al giorno. L’accoglienza è coordinata con il Gervasutta, che si occupa invece della fase iniziale di neuroriabilitazione nel post cerebrolesione, ed è dedicata a persone a bassa responsività protratta, stati vegetativi e stati di minima coscienza che qui troveranno il setting di cura più adeguato alle loro condizioni. L’unità parte dunque per la fase di sperimentazione che si protrarrà fino alla fine di dicembre 2020, con l’obiettivo di valutare fabbisogno e risposte e tarare il servizio. «L’accesso dei pazienti - si legge nella delibera del commissario Tonutti - deve essere preceduto dalla redazione di un progetto assistenziale e riabilitativo e dall’autorizzazione del Distretto di residenza».—
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