A lezione di tatuaggi e piercing «Pensateci bene, ci si può pentire»

Udine 4 Febbraio 2019. Pircing all'istituto Percoto. © Petrussi Foto Press
Udine 4 Febbraio 2019. Pircing all'istituto Percoto. © Petrussi Foto Press

Quasi 8 milioni di persone tatuate in Italia, più del 12% della popolazione, per un giro d’affari che si stima intorno ai 100 milioni di euro, con un’impennata delle imprese regolari registrate, passate dalle 2.285 del 2015 alle 4.166 nel 2017 e con un “sommerso” in continua crescita esponenziale.

Numeri da capogiro per il mondo dei tatuaggi, a tal punto che il fenomeno sta destando sempre più interesse non solo dal punto di vista sociologico, ma anche economico e di marketing. Di questo, ma anche di come il corpo possa diventare “uno strumento di comunicazione” si è parlato ieri in un’assemblea d’istituto al liceo Percoto di Udine. Chiamati a raccontare l’universo di queste tecniche di pittura o di foratura del proprio corpo Michele Barazzutti e Marco Snidero, entrambi assistenti di Alex De Pase, che dal suo studio di Grado è riuscito ad affermarsi a livello internazionale. Al loro fianco la docente alla facoltà di Economia dell’ateneo friulano, Michela Mason, che insieme con Andrea Moretti, ordinario di Management e Marketing sempre all’università di Udine, ha scritto un libro frutto di una ricerca condotta su questo tema.

«Il primo studio italiano sui tatuaggi – conferma Mason – era quello sviluppato nel 1984 dall’università di Bologna. Il boom che questo fenomeno ha avuto – prosegue – necessitava di un approccio che prendesse in considerazione anche gli aspetti economici nel nostro Paese. Basti pensare che dal 2017 l’Istat lo inserisce nel paniere dei beni per calcolare l’inflazione. Così – spiega –, nel 2015 abbiamo iniziato il nostro lavoro, partecipando a convegni, sottoponendo questionari ed entrando in contatto con moltissimi tatuatori, tra cui De Pase».

L’arte del tatuaggio non è una novità. Di disegni “incisi” nel corpo c’è traccia addirittura a partire dall’età del rame, ma è dagli anni Sessanta del secolo scorso che si assiste a quella che viene definita addirittura una “Tatoo Renaissance”, un “Rinacimento del tatuaggio”. Certo, il mondo da allora è cambiato e i tatuaggi sono sempre più un fenomeno di moda. Il rischio che, soprattutto ai giorni nostri, si corre in questa corsa al “tattoo” è che si vada verso forme estreme o che ci si penta di quel disegno indelebile sul proprio corpo. E qui, i due esperti, mettono in guardia soprattutto giovani e giovanissimi. «Quello che consigliamo – spiegano Snidero e Barazzutti – è l’originalità, un disegno che vi rappresenti; non copiato da qualche vip. Ma soprattutto – avvertono – scegliere professionisti e ponderare il punto in cui si decide di farselo fare, perché in posti visibili, come ad esempio mani, collo o viso, i tatuaggi possono ancora creare difficoltà nel mondo del lavoro». —

Stefano Zucchini

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