A Lignano con lo slogan "Centro stupri", il padre di uno dei ragazzi: "Mio figlio si è comportato da cretino"

UDINE. Sono le 21 di domenica quando il padre di uno dei sette ragazzi autori dello slogan “Centro stupri”, usato per stampare magliette e per prenotare un tavolo in una discoteca di Lignano, scopre l’accaduto.
Non ci pensa due volte. Cinque minuti dopo sale in macchina e si precipita nella località balneare per cercare di mettere in fila i fatti. Quei chilometri sono tra i più lunghi della sua vita. Quando arriva a Lignano trova il ragazzo - vent’anni o giù di lì, studente universitario - assieme a uno degli amici.
«Si è comportato come un cretino». E’ questo che gli ha detto? «Questo e altro. Ero furibondo. Non credo abbiano ancora capito quali responsabilità hanno a 20 anni e forse in questa loro mancanza qualche colpa ce l’abbiamo anche noi genitori».
A cosa pensa? «Al fatto che sono tutti ragazzi che vengono da famiglie per bene, che stanno bene, anche economicamente. Credo che parte del problema stia nei 100 euro al mese in più che gli diamo, senza farglieli pesare, non ne apprezzano il valore».
Torniamo a domenica sera… «Erano le 21 quando ricevo la chiamata di un amico che mi informa dell’accaduto. Mi racconta che sul social stanno girando foto, video e post di mio figlio e alcuni amici che li ritraggono con indosso una t-shirt con su scritto “Centro stupri”.
Reazione? «L’ho ringraziato e mi sono messo in macchina. Alle 21.05 ero già alla guida, diretto a Lignano. Ringrazio il cielo per il tempo che ho passato in auto perché lo avessi avuto sottomano… Quando sono arrivato avevo recuperato un minimo di calma, sufficiente a parlare con lui e l’amico. Ieri poi mi sono preso la responsabilità di riunirli tutti per ripetere loro quanto stupida e grave fosse la cosa che avevano fatto. Stupro, negro, razzismo. Non si sono risparmiati nulla di quel che non va scritto».
Torniamo al suo ragazzo. Se lo sarebbe mai aspettato un atteggiamento così??«Francamente no. Non mi aveva mai dato motivo di preoccupazione fino a oggi, ma non lo giustifico. Per ora sono tutti attori alla pari».
In che senso per ora? «Che finché parliamo del gregge per me sono tutti uguali. L’auspicio è che questa brutta vicenda vada presto nel dimenticatoio. Dovesse invece avere strascichi di qualche tipo solo a quel punto faremo i debiti distinguo». Che estate sarà per suo figlio? «Un’estate di espiazione. Fossero tutti e 7 figli miei a luglio e agosto li manderei a fare qualcosa di socialmente utile».
Il legale della discoteca: "Noi parte offesa". «Certamente siamo parte offesa e danneggiata e ci rifaremo con richieste risarcitorie su questa "congregazione di idioti", concetto quest'ultimo che mi pare condiviso da tutti»: lo ha affermato l'avvocato Vincenzo Cinque, che tutela gli interessi del Kursaal, locale notturno di Lignano Sabbiadoro al centro della vicenda del cartello «Centro Stupri».
«Del cartellino al tavolo, ma non delle magliette - precisa il legale - le foto con i ragazzi che indossano le T-shirt dello scandalo non sono state scattate al Kursaal, ma da quanto si apprende forse risalgono a qualche giorno prima».
L'avvocato spiega che sono in corso «verifiche interne, ma potrebbe anche essere accaduto che il cartellino sia stato realizzato dai ragazzi. Quanto alla prenotazione telefonica, potrebbe esserci stato un difetto di comunicazione. In ogni caso, appena la gestione ha compreso la gravità dell'accaduto ha fatto di tutto per bloccare le iniziative scellerate di questi ragazzi».
Inoltre, aggiunge, «che il clima non fosse quello che traspare dalle ricostruzioni lo dimostra il fatto che al tavolo c'erano anche otto ragazze. Se avessero avuto una percezione negativa degli accadimenti, immagino si sarebbero ribellate».
«Noi siamo in ogni caso pronti all'azione risarcitoria - conclude - che sarà tanto più decisa rispetto alle possibili conseguenze sul locale, sia in termini di pubblicità negativa, sia per eventuali disposizioni dell'autorità».
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