A Moruzzo la sfida vegana di tre giovani imprenditori

MORUZZO. È un fatto che il territorio di Moruzzo non possieda un vero e proprio tessuto industriale. Forse perché il primo elemento che stabilisce cosa possa fiorire e cosa no è la conformazione territoriale.
La quale può rappresentare un aiuto per chi vede, nel paesaggio, un valido alleato. Proprio la posizione dominante sulla più bella terrazza del Friuli è tra i fattori di successo sfruttati da Massimo Noacco, di Nimis, e dalle sorelle Sabrina e Valentina Zoz, di Tarcento.
Con un'età media di 35 anni, sono i giovani imprenditori che nel luglio 2014 hanno preso in gestione il ristorante “Al Tiglio”, focalizzandosi sulla cucina vegana.
Massimo&co. hanno scoperto Moruzzo, vinto i timori legati a spazi ampi e hanno studiato per dar vita alla loro prima attività imprenditoriale nella ristorazione.
Alle spalle hanno esperienze che poco o nulla c’entrano con quest’ambito. Massimo ha lavorato per 25 anni come metalmeccanico ed è l’unico ad aver assecondato la passione per la cucina vegana con studi mirati e docenza in svariati corsi di cucina. Sabrina ha alle spalle studi di architettura e Valentina è una grafica.
Ma quando si ha una chiara visione d’impresa, poco importa il background culturale. «Un altro elemento di successo è la passione per il lavoro, percepita dai clienti e premiata dalla stampa di settore». Perché cucinare non è semplicemente unire ingredienti, così come fare il ristoratore non è solo servire ai tavoli: «La passione ti fa migliorare costantemente e ti porta a curare i dettagli. Stimola la fantasia culinaria e nel nostro campo la novità è molto importante».
E le stagioni condizionano il menù.Menù che riesce a cancellare l’equazione vegano uguale fame?«Bisogna provare. Capita che una parte della clientela ordini più piatti così da essere sicura di uscire sazia. Ma noi informiamo che sono sufficienti un paio di portate». Per quanto le intuizioni si siano rivelate azzeccate, la strada non è stata in discesa fin da subito.
A Moruzzo tutti sanno che le precedenti gestioni del Tiglio non sono andate a buon fine e si è respirato scetticismo anche nel loro caso. Fare l’imprenditore implica il dover vincere i fantasmi del passato «stimolando la curiosità e proponendo qualcosa di nuovo. Qua si mangia solo vegano. La curiosità dei clienti crea la novità, che a sua volta porta a fondere il vegano con la cucina friulana».
Chiediamo se c’è competizione con le altre strutture della collinare, ma la risposta è no perché «operiamo in settore diversi». Banditi i volantini: «Passa tutto per internet e i social». Ogni tanto fanno capolino personaggi noti. La voce si sparge e fare impresa è più facile. Una decina i dipendenti «a tempo indeterminato». Sinonimo di stabilità, di certezza, di benessere.
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