A nuovo lo Smart Moda di Sant’Andrea

L’azienda veneta investe ancora nel capoluogo isontino: restyling per il centro commerciale di via Tabai

Un restyling in pieno stile. Che conferma la volontà della casa madre di continuare a investire su Gorizia. Partirà la prossima settimana l’intervento di maquillage del centro commerciale Smart di Sant’Andrea, aperto nel 1997 nell’area di via Tabai dove sorgeva lo Shopping center.

I lavori prevedono un investimento «nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro», conferma l’amministratore delegato di Smart Moda, Luigino Schiochet. «L’intervento consisterà nel rifacimento dell’esterno del complesso commerciale, che verrà ammodernato e abbellito, dopo anni d’attesa. Inoltre, sarà risistemata la bussola d’entrata, con un ingresso completamente riprogettato». Un’idea di come la struttura commerciale cambierà volto è fornita dal rendering realizzato dall’architetto vicentino Henry Zilio, che ha progettato il restyling dello Smart Modastore di Gorizia: spariranno i richiami al giallo e al blu che caratterizzavano anche il vecchio marchio dell’azienda; la parte dell’ingresso sarà tinteggiata di nero, con una nuova entrata a vetri, molto più luminosa di quella attuale. Non cambierà la distribuzione degli spazi commerciali: al piano terra resterà il negozio d’abbigliamento della Smart, mentre al primo piano, dopo la chiusura del Buonacquisto e della profumeria Elisir, che ha abbassato la saracinesca nelle scorse settimane, resiste il “Gorizia Bazar”, gestito da imprenditori cinesi.

«Puntiamo su Gorizia e questo investimento lo dimostra – riprende Schiochet –. Questo nonostante i flussi d’affari siano completamente mutati rispetto agli anni del nostro insediamento: quando abbiamo inaugurato il centro di via Tabai eravamo praticamente da soli, mentre ora il sistema distributivo del settore appare evidentemente cambiato. Attorno a noi hanno investito un po’ ovunque, da Villesse a Gradisca, senza dimenticare il “ritorno” degli sloveni». Secondo l’ad di Smart Moda, l’indotto d’oltreconfine «è certamente calato, anche in virtù degli investimenti nel commercio in Slovenia».

Schiochet torna poi sulle polemiche sorte ormai due anni fa, dopo l’abbandono di Buonacquisto: «Si mossero in tanti, anche le istituzioni, tra promesse e abboccamenti: ma poi alla prova dei fatti nessuno si fece avanti».

(chri.se.)

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