A partire da aprile la posta arriverà a giorni alterni in 74 comuni friulani

Non sarà un dramma per i più giovani, ormai avvezzi alla posta virtuale, quella dove premi il tasto “Enter” e in tempo reale il destinatario la vede comparire sullo schermo del computer.
Sarà invece un sacrificio per tutti quelli, un po’ più in là con gli anni (ma non necessariamente) che alla carta sono affezionati o, meno romanticamente, sono costretti a farci ancora i conti in un Paese che di sburocratizzazione parla tanto, ma continua a produrre documenti a tonnellate ogni giorno. Per questi ultimi, la consegna della posta a giorni alterni rischia di essere un problema, ormai prossimo a materializzarsi anche in Friuli.
Tocca a Udine
Dopo quelle di Trieste, Pordenone e Gorizia, ora tocca infatti alla provincia di Udine dire addio al recapito quotidiano della posta e abbracciare quello a giorni alterni: debutterà il 16 aprile a Cervignano e Latisana (paesi limitrofi compresi), per andare a regime, interessando progressivamente il resto della provincia e Udine città, entro il 21 di maggio.
In 74 comuni (l’elenco completo lo pubblichiamo nella tabella a fianco, ndr) la posta sarà consegnata secondo uno schema fisso bisettimanale. Lunedì, mercoledì e venerdì la prima settimana, martedì e giovedì la seconda. Avviata ad aprile nel Basso Friuli, la nuova articolazione del recapito investirà il resto della provincia il mese seguente, dal 7 al 21 maggio.
Con un distinguo, nel capoluogo e nei paesi di riferimento “mandamentale” saranno infatti attive linee business, che consegneranno quotidianamente la corrispondenza di maggior pregio, vedi raccomandate a un giorno, giornali quotidiani e gli atti giudiziari.
Per quanto riguarda gli abbonamenti al Messaggero Veneto, chi volesse chiarimenti o delucidazioni riguardo la nuova consegna della posta, può scrivere una e-mail all’indirizzo abbonamenti@messaggeroveneto.it oppure telefonare al numero 800 860356.
Sono le fasi avviate da Poste Italiane a partire dal 1 ottobre 2015 per estendere progressivamente all’intero Paese, pochi Comuni esclusi (Roma, Milano e Napoli) la consegna a giorni alterni. In Fvg, la rimodulazione del servizio ha interessato a partire da novembre 2015 le aree territoriali di Tolmezzo, Codroipo, Maniago e Spilimbergo; a luglio 2016 il Pordenonese; a ottobre dello stesso anno tutta la provincia di Gorizia; il mese successivo Trieste e il suo hinterland.
A distanza di un anno e mezzo la novità arriva in provincia di Udine che passerà alla nuova forma di recapito nell’arco di poco più di un mese. Quali le date di avvio del nuovo regime lo si saprà al più tardi, probabilmente il 29 marzo, giorno per il quale è previsto un tavolo tra organizzazioni sindacali e Poste italiane che nell’occasione illustrerà il nuovo modello organizzativo con tutte le scadenze correlate.
O a giorni alterni che dir si voglia. Il portalettere consegnerà la posta per cinque giorni alla settimana, dal lunedì al venerdì, ma anziché recapitare tutti i giorni la corrispondenza nella medesima zona si alternerà su due, operando nella prima per tre giorni (lunedì, mercoledì e venerdì), nella seconda per i restanti due (martedì e giovedì). Viceversa la settimana successiva.
Questo modello organizzativo interesserà tutti i Comuni delle aree extra-urbane, mentre in quelle urbane all’articolazione base se affiancherà una seconda, battezzata linea business, dedicata alla consegna di corrispondenza di pregio, ad alto valore, vedi raccomandate a un giorno, atti giudiziari, quotidiani, e-commerce.
Linee business potranno essere attivate, al bisogno, anche nelle articolazioni base in caso di commesse commerciali. Saranno attive sia la mattina che il pomeriggio, dal lunedì al venerdì o sabato. Perché? Domanda comprensibile dinnanzi alla riduzione di un servizio universale cui ha risposto l’Agcom (Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni) approvando nel 2015 le nuove modalità di recapito.
«In un contesto di crescente contrazione dei volumi postali e di conseguente aumento dei costi di fornitura del servizio – si legge in una nota diramata dall’Authority – il legislatore è intervenuto al fine di adeguare i livelli di servizio allo specifico contesto storico, economico e sociale di riferimento, assicurando la sostenibilità economica dell’onere del servizio universale per i prossimi anni e nel contempo proseguendo la valorizzazione di Poste Italiane».
Misura d’urto per rimettere in equilibrio i conti che sul fronte recapito vedono l’azienda perdere circa 500mila euro l’anno. Colpa della domanda in declino, di una e-substitution sempre più vigorosa.
Laddove la riorganizzazione del recapito è già stata avviata il timore si è verificato. Le lamentele degli utenti si sono moltiplicate, rimbalzando dalla strada alla rete dove si è letto di lettere e pacchi mai consegnati o recapitati con giorni (anche settimane) di ritardo.
Che Poste italiane, alla luce dei tempi, necessiti un cambio di pelle e in parte anche di core business (vedi l’accordo, fruttuoso, per la consegna dell’e-commerce di Amazon) è comprensibile, lo è però altrettanto l’esigenza della gente di vedersi recapitare la posta cartacea.
Specie dove Internet arriva con il contagocce, dove per molti anziani email ha poco significato pratico e dove, anche volendo, l’infrastruttura digitale lascia a desiderare. Lì, specie lì (dire montagna o valli del Natisone è superfluo), la posta cartacea, consegnata dal caro vecchio postino, non è un vezzo, ma un’esigenza.
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