A Pordenone nasce lo studio medico riservato ai poveri

Professionisti di rango faranno le visite specialistiche gratuite. Ma per accedere bisogna essere seguiti dai servizi sociali

PORDENONE. Apre lo studio medico solidale. I cittadini di Pordenone che hanno bisogno di una visita specialistica ma non sono in condizioni economiche per sostenere i costi di visite private e, allo stesso tempo, non possono attendere i tempi (ancora troppo lunghi) della sanità pubblica, da sabato 23 settembre avranno un servizio pensato per loro.

In una parte del prefabbricato di via San Quirino, risistemato per accogliere associazioni e servizi con finalità sociali e sanitarie, trova infatti sede lo studio attrezzato.

Il presidio sanitario. Situato al centro del prefabbricato, ha un ingresso indipendente (come gli altri tre padiglioni dell’immobile) ed è formato da due stanze per le visite, una per l’accoglienza e la segreteria e una per l’info point. L’accesso, però, non sarà libero.

Come criterio di selezione dei pazienti, i partner del progetto hanno deciso di iniziare aprendo agli utenti del servizio sociale del Comune di Pordenone (attualmente le cartelle aperte riguardano all’incirca 3500 persone, in futuro chissà).

La persona, su indicazione dell’assistente sociale di riferimento, si reca dal proprio medico di famiglia che valuta l’opportunità di una visita specialistica e indirizza il paziente, con prescrizione, in via San Quirino.

Il paziente, dopo il consulto dello specialista, torna dal medico di medicina generale che deciderà se recepire la diagnosi del collega e prescrivere l’eventuale cura.

Visite gratis. Al progetto hanno dato la loro disponibilità ben 14 professionisti, molti primari in pensione, e 6 infermieri. Apporto prezioso quello dell’associazione San Pietro apostolo che garantirà il personale di segreteria per la gestione degli appuntamenti (che potranno essere presi dal lunedì al venerdì chiamando 0434 63213).

E i professionisti che hanno dato la loro disponibilità a lavorare gratuitamente sono medici di comprovata esperienza: Antonio Carbone (anatomopatologo), Giancarlo Tosolini (chirurgo), Marco Brieda (cardiologo), Elio Campagnutta (ginecologo), Giovanni Scozzari (ginecologo), Arnaldo Grandi (ortopedico), Salvatore Tumolo (oncologo), Alberto Merlo (urologo), Ennio Trevisanutto (dermatologo), Manlio Lorenzini (otorinolaringoiatra), Federica Malocco (pediatra), Vincenzo Piccinato (oculista), Lino Forner (oculista) e la psicologa Puiatti.

Il progetto. Lo studio medico inoltre, è più di un servizio, è una vittoria istituzionale. Per realizzare un’idea nata da Raffaella Campagnutta e Lorenzo Cella, ci sono volute le risorse finanziarie della Fondazione Bcc, come ha spiegato il vicepresidente Giancarlo Zanchetta – che ha auspicato che il progetto possa diffondersi anche in altri comuni –, gli spazi messi a disposizione dal Comune, la collaborazione dei medici di medicina generale, l’apporto del volontariato e in particolare della San Pietro apostolo (che garantisce il trasporto dei disabili).

Le istituzioni. «E’ un progetto importante – ha evidenziato Guido Lucchini (presidente dell’ordine dei medici) sia perché va nella direzione di aiutare le persone svantaggiate sia perché ha creato una vera collaborazione: «Nessuno ha voluto fare il primo della classe».

L’Aas 5 ha inviato una lettera a tutti i 210 medici di base del territorio «per avvisarli del nuovo servizio». L’assessore Eligio Grizzo, che ha seguito fase dopo fase del progetto, anche quelle più critiche, ha voluto ringraziare tutti gli attori, a partire dal personale del Comune».

Il sindaco Alessandro Ciriani ha parlato di «una grande alleanza che letteralmente regala a Pordenone un presidio in cui i concetti di sociale, generosità e solidarietà non rimangono virtuali ma si traducono concretamente.

Anche riqualificare una struttura che rischiava il decadimento e l’abbattimento, costituisce un modello positivo per ridare luce a un luogo e farne un piccolo faro del sociale».

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