A Pordenone tanti aspiranti navigator: tutti respinti e senza informazioni

PORDENONE. Nelle intenzioni del governo Lega-M5s dovrebbe avere un ruolo nevralgico nella gestione del reddito di cittadinanza, fungendo da collante tra lavoratore e datore di lavoro grazie a un interscambio continuo col tessuto produttivo del territorio.

A oggi, però, perlomeno a Pordenone, sono poche le certezze rispetto alla figura del navigator. Le strutture preposte all’accoglimento delle richieste per uno dei 10 mila posti disponibili in tutta Italia, riservati a laureati in economia, giurisprudenza, sociologia, scienze politiche, psicologia o scienze della formazione – con esperienza –, sono anche i Centri per l’impiego (ne assumeranno 4 mila, a carico delle Regioni, che li sceglieranno attraverso concorsi pubblici, mentre la quota rimanente sarà individuata dall’Anpal, l’Agenzia per le politiche attive del lavoro).

In quello di Pordenone si sono presentati o hanno telefonato già in molti, allettati da una prospettiva che, seppur temporanea, è d’interesse dal punto di vista economico. Per i due anni di collaborazione garantiti dal contratto, infatti, è previsto uno stipendio annuo lordo di circa 30 mila euro.

Sembra, però, che gli aspiranti navigator dovranno attendere, per avere un quadro più chiaro di come si svolgerà la fase di selezione, a iniziare da quando sarà possibile presentare la domanda.

Ieri lo sportello di Pordenone riceveva solo su appuntamento, ma nessuno si è presentato per il ruolo disegnato dall’esecutivo gialloverde per dare forma a una delle misure bandiera della propria azione politica. «Sappiamo poco, molto poco – dice un’addetta al front office –. Per quanto ci riguarda, non abbiamo ricevuto particolare formazione rispetto a questa nuova incombenza che saremo chiamati a gestire.

A chi ci ha chiesto informazioni in questi giorni, di conseguenza, non abbiamo potuto dire molto. Vedremo se cambierà qualcosa a breve: giornali e televisioni ne parlano con intensità, quindi sta crescendo l’interesse».

Rimane da capire, tra i vari aspetti poco chiari, se, oltre ai Centri per l’impiego, anche i patronati, in particolare, o altre realtà potranno occuparsi delle pratiche. Insomma, gli interrogativi non mancano, compreso quello relativo al numero di navigator che verrà destinato a ciascun territorio.

L’aspirazione di 60 mila laureati – questa è la stima del numero di domande che dovrebbero venir formalizzate –, perlomeno in questa fase, pare non essere in linea con i tempi e i metodi che il governo sta adottando per assegnare i posti previsti.

In questo contesto, si inserisce l’elemento fornito dal personale che opera al Centro per l’impiego di Pordenone, che non sarebbe stato opportunamente preparato. Anpal e Anpal servizi, infine, in un comunicato hanno affermato di non essere in grado «di fornire maggiori informazioni rispetto a quanto previsto dal decreto legge recentemente approvato dal Consiglio dei ministri».

Solo dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della norma, «Anpal Servizi potrà avviarne l’attuazione e quindi pubblicare l’avviso per la selezione dei navigator, fornendo la massima informazione rispetto a tale procedura». —


 

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