A Redipuglia l’omaggio di Mattarella ai caduti della Grande Guerra

REDIPUGLIA. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha visitato il Sacrario militare di Redipuglia per la festa del 4 novembre e per rendere omaggio ai caduti della Prima guerra mondiale nel centenario della resa dell’impero austro-ungarico.
Il Capo dello Stato ha deposto una corona d’alloro davanti alla monumentale scalea composta da 22 gradoni, contenenti le salme di oltre 40 mila caduti noti disposte in ordine alfabetico in loculi rivestiti da lastre di bronzo.
Ogni gradone è coronato da una architrave con le scritte in rilievo Presente. Alla sommità si trovano due grandi tombe comuni per le 60 mila salme dei caduti ignoti.
Successivamente il Capo dello Stato si è spostato a Trieste in piazza dell'Unità d'Italia, dove lo hanno accolto i reparti di vari corpi delle Forze Armate schierati.
Maltempo, la solidarietà del Presidente. «In queste ore tanti nostri militari, che ringrazio particolarmente, sono impegnati con tanti volontari nel soccorso ai territori che sono stati investiti da un'ondata di maltempo con drammatiche conseguenze di lutti e devastazioni. Ai familiari delle vittime va tutte la vicinanza dell'Italia e alle zone colpite la solidarietà piena e concreta». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo intervento a Trieste.
Ricordare tutti. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha commemorato la giornata delle forze armate che cade proprio nel centenario della fine della prima guerra mondiale. Una guerra che si inquadra in periodo storico, quello del 900, in cui la classe dirigente - ha tra l'altro detto Mattarella- fece anche errori gravi ed evitabili, «errori che non debbono mettere nell'ombra i comportamenti eroici dei soldati, e le pagine indimenticabili di valore e coraggio nel buio delle trincee».
Le foibe e le sofferenze dei civili. Il presidente Mattarella ha ricordato anche le vittime delle foibe e le sofferenze dei civili di allora. Anche questo è un monito, ha tra l'altro detto rivolgendosi in modo particolare ai giovani, a mantenere una attenzione «vigile» rispetto a quel periodo oscuro del passato.
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