A rischio i mercatini di Natale dell'Alto Adige e del Trentino

Pesa l'incognita del blocco della mobilità extra regionale. Dalle casette dislocate su più piazze agli stand gastronomici sino agli eventi di contorno, i molti dubbi degli organizzatori

Tra poco più di un mese le caratteristiche casette dei mercatini di Natale del Trentino e dell’Alto Adige dovrebbero riaprire i battenti. Il condizionale è d’obbligo perché se da un lato l’imponente macchina organizzativa è già in moto da diverse settimane, dall’altro, sullo svolgimento di una delle manifestazioni traino per il turismo invernale, con ogni anno centinaia di migliaia di visitatori provenienti da tutta Italia e da diverse parti d’Europa, incombe lo spettro di eventuali restrizioni dell’ultimo minuto legate al Covid e alla situazione epidemiologica. 

A preoccupare, in particolare, sono due eventualità: il blocco della mobilità extra-regionale e, soprattutto a Bolzano e provincia, la classificazione da parte della Germania come “zona a rischio”.

Ipotesi, quest’ultima, che porta l’assessore provinciale al turismo Arnold Schuler a valutare l’ipotesi di fare dei distinguo sui distretti onde evitare il bollino nero su tutto il territorio e a dire apertamente che, in extremis, “i mercatini potrebbero anche non tenersi”. 

Dalle Aziende di soggiorno dei cinque Comuni altoatesini nei quali si svolgono i principali mercatini - Bolzano, Bressanone, Merano, Brunico e Vipiteno - il messaggio è che “si naviga a vista”, come spiega la direttrice di Bolzano Roberta Agosti. Essendo in toto i responsabili dell’organizzazione dell’evento, i cinque enti si muovono compatti: “Tra una decina di giorni si capirà quali misure verranno richieste e come evolverà la situazione, intanto dalle agenzie stiamo già avendo ottimi riscontri e vediamo che c’è interesse, nonostante la situazione sia particolare”. 

Quel che appare certo è che per molti aspetti sarà un Mercatino diverso rispetto alle edizioni precedenti, come spiega la referente dell’Azienda di Soggiorno di Merano Ulrike Pertoll: “L’esperienza dei mercati è ormai rodata, quindi abbiamo delle regole già testate: obbligo di gel e mascherine ad ogni stand, ad esempio. Poi si valuterà se sarà necessario delimitare l’area con transenne, mentre qualche riflessione a parte andrà fatta sulle casette della gastronomia, che sono quelle dove tendono a crearsi assembramenti. Inoltre, bisognerà vedere se gli eventi collaterali si potranno svolgere. Ci stiamo attrezzando per essere pronti a qualsiasi evenienza, ma è chiaro che per noi, ad esempio, il blocco della mobilità tra regioni sarebbe un disastro”.

Altro tema, sempre ammesso che il mercatino si svolga, riguarda il traffico: se in condizioni normali i turisti si muovono volentieri in treno o in bus, quest’anno il rischio è che l’afflusso di auto in Comuni che spesso non superano i 25.000 abitanti, diventi insostenibile. 

In Trentino la situazione è parzialmente differente: non in tutti i Comuni in cui si svolge l’evento è l’Azienda di promozione turistica locale (Apt) a organizzare e nei due centri più grossi, Trento e Rovereto, di anno in anno si effettua una gara per l’assegnazione. Ogni realtà, dunque, si muove in autonomia, anche se naturalmente qualsiasi stop o nuova limitazione varrà per tutti. 

Nel capoluogo, come da due anni a questa parte, l’ha spuntata proprio l’Apt. “Noi al momento andiamo avanti con l’organizzazione seguendo i protocolli in vigore, si parte il 21 novembre per terminare il 6 gennaio. Questo, però, dpcm o disposizioni ulteriori permettendo”, spiega la direttrice Elda Verones.

“Occorre tener presente che al di sopra di quello che possiamo fare noi c’è l’imprevedibilità della situazione. Se le regole dovessero cambiare ancora e ci fosse uno stop a un certo tipo di manifestazioni noi dovremo adeguarci. Porteremo 97 casette non più su due ma su tre piazze e ci sarà massima attenzione affinché tutto si svolga in totale sicurezza: gestiremo separatamente i flussi degli stand enogastronomici, poi avremo i termoscanner, ci sarà l’obbligo di mascherina, gel, distanziamento, e ogni casetta avrà uno spazio maggiore a disposizione”. 

Situazione ancora diversa a Rovereto, dove solo nelle scorse ore, a meno di un mese e mezzo dall’inizio della manifestazione, è stata comunicata ufficialmente l’assegnazione al consorzio Rovereto In Centro, guidato da Massimo Moschini, che dopo diverso tempo ha ripreso in mano l’organizzazione dell’evento: “Contiamo, anche se in corsa, di riuscire a fare quasi tutto. Garantiremo la parte scenica, con gli allestimenti e le luminarie per creare l’atmosfera natalizia. Le incognite restano il mercatino in sé e gli eventi di contorno: per questi ultimi la programmazione, visto il periodo, era già al minimo. Per le casette, invece, ne abbiamo previste meno rispetto agli altri anni: da una quarantina passeremo a circa 25 stand e in generale puntiamo a realizzare un evento più piccolo e ristretto, cercando di spalmare il pubblico su più piazze anche per evitare assembramenti. Dopodiché abbiamo anche messo in conto uno stop da parte del governo e ovviamente in quel caso dovremo fare un passo indietro”.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto