A Sacile trascritte le prime nozze gay

Sono due professionisti, il sì a New York qualche giorno prima di Capodanno. L’atto di matrimonio notificato dal Consolato

SACILE. Giovanni e Antonio – i nomi sono di fantasia, perché la loro identità è segreta – si sono sposati a New York qualche giorno prima di Capodanno. Si tratta di due stimati professionisti di mezza età, molto conosciuti in città. L’atto di unione civile avvenuta all’estero è stato trasmesso in Comune a Sacile dal consolato italiano.

«Si sono sposati molto convinti e innamorati – hanno commentato un paio di amici sacilesi della coppia, che ha mantenuto la massima riservatezza –. L’amore vince tutto». Amore eterno, almeno finché dura e, intanto, a Sacile le unioni civili non sono ancora state celebrate. I “sì” gay si pronunciano fuori città: perchè?

Il sindaco e il parroco. «Ho il massimo rispetto per le coppie di sacilesi che hanno scelto l’unione civile e saremo pronti alle celebrazioni anche a Sacile – ha detto il sindaco Roberto Ceraolo –. Certo che, per me, la famiglia è tutt’altra realtà: credo nella tradizione del matrimonio fra un uomo e una donna. Ma non ho barriere ideologiche nel riconoscere diritti civili a una coppia non tradizionale». Il primo cittadino è disponibile.

«È un obbligo previsto dalla legge per i sindaci». Il parroco di Vistorta don Benito Introvigne non fa le crociate contro le unioni civili. «Rispetto per le scelte di tutti – dice il sacerdote –: non credo opportuno esprimere un giudizio sulle scelte di persone adulte. Invece è problematica la questione dei figli: la situazione è molto complessa, perché i bambini vanno tutelati».

Il veto e consenso. «No ai matrimoni gay in città – dice Simone Bortolan, portavoce in consiglio della Lega che nel 2015 aveva presentato una mozione –. Su questo ci dà ragione l’autorità giudiziaria che ha annullato le trascrizioni nei registri dello stato civile dei matrimoni contratti all’estero da persone dello stesso sesso.

Alcuni sindaci di centrosinistra le avevano autorizzate in Friuli». Contro queste trascrizioni la mozione Bortolan è stata ritirata.

«La legge ci dà sufficienti garanzie – ancora Bortolan –. Sono assurde le critiche di chi prima ha chiesto alla Lega il ritiro della mozione e poi ha alzato la voce per contestarlo, in consiglio comunale». Il tema è delicato anche a Sacile: dove i matrimoni civili hanno sorpassato, da anni, quelli religiosi e dove le coppie etero arrivano anche dall’estero per dire “sì”. Ma la partita politica apre altri scenari, nella maggioranza.

«È paradossale il comportamento di certi partiti – ha concluso Bortolan –. La prossima volta, la Lega non ritirerà la mozione e quindi ogni partito assumerà le sue responsabilità di fronte ai sacilesi». A Sacile, la Lega aveva indicato la strada degli obiettori di coscienza. Ma Federica Sacchetti, Forza Italia, non ci sta: «Nel 2016 dobbiamo ancora discriminare?

Una legge sulle unioni civili che non calpestasse i diritti della famiglia tradizionale e anche i diritti dei bambini, andava fatta». Sarà impossibile rifiutare di celebrare un’unione civile senza incorrere nel reato di omissione di atti di ufficio?

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