A scuola senza acqua calda: scoppia la protesta dei genitori

TOLMEZZO. La scuola elementare Turoldo è senza acqua calda. L’assessore all’istruzione e alle manutenzioni Marco Craighero ammette di aver appreso lunedì 31 agosto che nei bagni degli alunni non c’è.
«Affronteremo il problema – assicura – e lo risolveremo. Faremo il possibile perché ciò avvenga prima dell’inizio della scuola. Il Comune aveva preso l’impegno a intervenire su quei bagni vetusti, ma del problema acqua so ora. Va risolto».
Un gruppo di genitori lo chiede alla scuola da inizio 2020, dopo aver scoperto dal confronto con le famiglie che tra gli alunni vi erano stati tra ottobre e gennaio casi di ossiuri (vermi nelle feci).
Che le due cose fossero legate o meno, secondo i genitori è comunque intollerabile che i bambini non abbiano l’acqua calda in bagno a scuola e non bastano dispenser di igienizzante per le mani in ogni angolo, anche per l’impatto che ha sulla cute dei bambini.
«Avevamo già fatto presente il problema dell’acqua – Cristina Baritussio, una rappresentante di classe dei genitori – lo scorso anno scolastico (non siamo stati noi i primi a farlo notare), ci hanno detto che i bagni sono vecchi, che deve intervenire il Comune. Poi c’è stato il lockdown, il Covid.
Abbiamo chiesto l’acqua calda almeno per il rientro a scuola, ci hanno risposto che quest’anno tutte le scuole sono dotate di gel igienizzante. Che in una scuola non ci sia l’acqua calda, Covid o no, è inconcepibile».
Tiziana D’Agaro, la dirigente dell’istituto comprensivo di Tolmezzo di cui fa parte, con i suoi 139 iscritti, la Turoldo, rivela, ritenendo tale aspetto forse più noto di quello che è: «L’acqua calda nei bagni dei bambini non c’è mai stata alla Turoldo».
Per le pulizie, aggiunge, l’acqua calda c’è, «per cui non è vero che le pulizie non vengono fatte. Il problema il Comune lo conosce, lo risolveremo, chiediamo da anni di intervenire sui bagni. Ma quest’estate le emergenze erano altre: preparare la scuola in presenza. Quest’anno oltre alla situazione emergenziale e alla rivoluzione che ne è derivata, abbiamo fatto ben due trasferimenti di scuole. Lo sforzo è stato grandissimo».
Sui casi di ossiuri D’Agaro smorza: «L’anno scorso che io sappia c’è stato solo un caso». Secondo lei non va in alcun modo collegato con la mancanza di acqua calda. «L’igiene –dice – è lavarsi le mani. Un conto è non lavare le mani, un conto è lavarle con l’acqua fredda».
C’è scetticismo tra le famiglie poi sul fatto che alla Turoldo le aule saranno anche luoghi dove gli alunni mangeranno, i pasti saranno scodellati in classe: «I bambini –osserva Baritussio– dovranno stare in aula dalle 8.30 alle 16.30 con piccole ricreazioni scaglionate.
Quando arieggiano e quando sanificano le classi? Si va verso l’inverno. Sapevano che necessitavano di aule in più, dovevano cercare spazi. Non capiamo perché non utilizzare parte dell’ex caserma Cantore».
«Con turni di ricreazione e spazi in atrio scaglionati tra le classi – spiega Craighero – nel frattempo si provvede ad arieggiare i locali e a sanificare. Per le scuole abbiamo utilizzato davvero tutti gli spazi possibili. Meglio di così era difficile. La sfortuna sono i lavori concomitanti in certe scuole con un anno critico sotto tutti i punti di vista».
È stato invece risolto il nodo preaccoglienza: «Daremo il servizio –dice D’Agaro– con la collaborazione di tutti: una cooperativa, i collaboratori scolastici e i docenti. Garantiamo la preaccoglienza ovunque, anche all’infanzia con gli stessi tempi, facendo salti mortali». —
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