A Udine e Pordenone ospedali sotto pressione: ambulanze in fila e code per un posto letto al pronto soccorso

UDINE E PORDENONE. «La situazione è critica: appena una manciata di posti letto Covid disponibili e personale costantemente sotto pressione». Non usa giri di parole, il direttore generale dell’AsuFc Massimo Braganti. Va dritto al nodo, sottolineando come i reparti all’ospedale di Udine – e non solo – siano allo stremo, senza un sufficiente ricambio di medici e infermieri.

A confermarlo anche la serata di lunedì 30 novembre al pronto soccorso Covid, con il picco di una quarantina di pazienti tra quelli ancora da visitare e già visitati. E con «9 ambulanze in attesa per accettare i pazienti in pronto soccorso», come ha scritto su Fb la consigliera regionale del Pd, Mariagrazia Santoro.

Una scena mai vista a Udine. Quella di lunedì è stata probabilmente la giornata peggiore per il Pronto Soccorso con i tabelloni che annunciavano un minimo di tre ore di attesa per i pazienti e il personale stremato e impossibilitato a mantenere i consueti ritmi.

Posti letto quasi esauriti

«I posti a disposizione per i pazienti positivi sono quasi terminati – dichiara il direttore dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale –, abbiamo quadruplicato l’offerta sul territorio rispetto alla prima ondata, ma non basta. Siamo vicini ai 350 letti cui si devono aggiungere i 55 delle terapie intensive e semi intensive. Invito la cittadinanza a non diminuire l’attenzione e a usare tutte le precauzioni necessarie.

E quando arriva la comunicazione di positività, bisogna agire subito, mettendo in isolamento se stessi e familiari o comunque le persone con cui si è entrati in contatto».

Contagi tra il personale

E rispetto alla primavera scorsa, quando è stato possibile far “respirare” il Santa Maria della Misericordia e le altre strutture sanitarie grazie alla chiusura totale delle attività e all’obbligo di stare a casa, la situazione è nettamente diversa.

«Il contagio tra il personale è salito notevolmente – chiarisce il direttore generale –, l’impatto è di tre volte maggiore rispetto alla prima ondata. Questo, ovviamente, è dovuto a una circolazione maggiore delle persone rispetto a marzo e aprile scorsi».

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Ogni giorno «si scoprono in media dai 10 ai 15 dipendenti positivi e questo crea una significativa difficoltà nella ricerca di professionisti che possano sostituire i contagiati, rendendo impossibile rafforzare le linee. Su circa 8.500 dipendenti dell’AsuFc circa 300 sono risultati positivi, ma la situazione è in continua evoluzione».

A rimpolpare l’organico, «già dalla prossima settimana – indica Braganti –, arriveranno gli infermieri neodiplomati, una sessantina, che saranno affiancati a dipendenti con maggiore esperienza e che comunque non saranno sufficienti a colmare tutti i vuoti. Purtroppo – argomenta – sul fronte personale in regione abbiamo esaurito tutte le risorse, richiamando in servizio anche i pensionati. Ne servirebbero almeno altri cento».

Reparti allo stremo a Udine

In ospedale tutti i reparti sono impegnati al cento per cento delle proprie possibilità e il pronto soccorso ancora di più, dovendo gestire il primo accesso di pazienti Covid ma anche con patologie complesse e smistarli nei reparti. «Per evitare di congestionare il pronto soccorso – raccomanda Braganti – è necessario contattare prima il medico di famiglia e solo se necessario recarsi in ospedale». Anche perché le risorse vanno divise con i pazienti non Covid.

«La pressione è elevata, le criticità permarranno ancora e la situazione sarà impegnativa per qualche altra settimana, per questo – chiude Braganti – è necessario diminuire gli accessi non indispensabili». Sono oltre 160 i posti letto Covid: il reparto di Malattie infettive è stato potenziato, «triplicando i posti per far fronte alle necessità, senza considerare gli altri spazi convertiti».

Sono distribuiti tra i reparti di Malattie infettive (60), Terapia intensiva (una trentina), Medicina d’urgenza (22), Pneumologia (15), Neurologia (15) e una quindicina in pronto soccorso Covid (ne può accogliere fino a 26).

La situazione a Pordenone: code per un posto letto al pronto soccorso

Non cala il flusso di ricoveri all’ospedale di Pordenone. Anche lunedì 30 novembre attesa di ore, per una decina di pazienti al pronto soccorso, prima del ricovero nei reparti predisposti per la cura del Covid-19. Si spera di aprire quanto prima l’ospedale di Spilimbergo, ma i contagi tra medici e infermieri ancora non lo consentono. Intanto si è negativizzato il dirigente medico e assessore comunale Pietro Tropeano.

Ospedale

Posti letto pieni nelle due medicine, nella pneumologia e nelle chirurgie specialistiche della mano e vascolare, con gli oltre 160 letti disponibili sempre occupati. Si cerca di dimettere velocemente le persone in modo da liberare i letti per accogliere i nuovi pazienti. A migliorare la situazione potrebbero essere i 60 posti letto disponibili all’ospedale di Spilimbergo, trasformato in ospedale Covid, ma ancora non si riesce ad aprirlo.

Alberghi sanitari

Per i pazienti Covid sono previsti anche gli alberghi sanitari per positivi che non possono trascorrere l’isolamento a casa. In provincia il primo bando dell’AsFo per trovare un albergo è andato deserto.

«Ora stiamo riformulando la procedura attraverso la trattativa privata per individuare una struttura – ha detto il vicepresidente della Regione Riccardo Riccardi –. Nel caso in cui anche questo secondo tentativo andasse deserto, la palla passerebbe al commissario Arcuri che ha il potere di agire direttamente. eventualmente requisendo una struttura idonea allo scopo».

Già disponibili, invece, i 20 posti per i negativi accertati, impossibilitati a trascorrere la quarantena a casa, al Best Western di Pordenone dove però, non sono ancora state inviate persone.

Tribunale

Su richiesta del presidente del tribunale Lanfranco Maria Tenaglia i vigili del fuoco di Pordenone hanno proceduto ieri pomeriggio alla sanificazione dei locali. Sono stati igienizzati gli ambienti comuni frequentati dal personale, come servizi igienici e aree ristoro, la cancelleria civile, l’ufficio del giudice di pace, le aule Bachelet, Falcone e Borsellino e De Nicola.

Un dipendente amministrativo, del tutto asintomatico, si è sottoposto a un tampone rapido privatamente, per uno scrupolo collegato a un contatto di un familiare, risultando positivo. Informato, il presidente ha attivato precauzionalmente la sanificazione dei locali, per garantire la prosecuzione delle attività in piena sicurezza e nella massima serenità di tutti gli utenti.

Nessuno è stato messo in quarantena: i vertici hanno accertato il rispetto di tutte le prescrizioni anticontagio e del distanziamento sociale mentre il dipendente era in servizio, vista l’assenza di rischio di una diffusione del virus.

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