A Udine rubata una trentina di tombini in ghisa, Comune in allarme: continuano a sparire, casi quasi tutti i giorni

UDINE. Da più di due settimane la “banda dei tombini” è entrata in azione in città e ha rubato oltre una trentina di chiusini in ghisa, provocando danni di migliaia di euro (tra sostituzione e manodopera) e, soprattutto, creando situazioni di potenziale grave pericolo per i cittadini. I manufatti che chiudono i pozzetti, infatti, vengono presi di notte, in vie periferiche e spesso poco illuminate. E se qualcuno si trovasse a passare in quelle zone poco dopo i ladri rischierebbe una brutta caduta.

L'appello del vicesindaco
Di qui l’appello del vicesindaco, Loris Michelini: «Negli ultimi giorni – spiega – abbiamo registrato purtroppo numerosi furti e altri ne stanno emergendo in queste ore. Tutti i casi sono stati segnalati alle forze dell’ordine. Il Comune, attraverso i suoi addetti alla manutenzione, interviene subito per segnalare il buco che si è venuto a creare e per mettere in sicurezza l’area interessata con transenne e cartelli. L’obiettivo principale ora è cercare di evitare incidenti e, per questo – prosegue il vicesindaco –, è indispensabile la collaborazione di tutti. Chiedo dunque ai cittadini di segnalare immediatamente agli uffici comunali o alla polizia locale eventuali tombini rimasti “scoperti”».

I furti in periferia
I primi furti di chiusini si sono verificati a fine gennaio e poi i casi sono stati quasi quotidiani. Tutte le segnalazioni sono arrivate dalle periferie: a Sud (in particolare nelle vie vicine al mercato ortofrutticolo, ma anche in Baldasseria) e Ovest (ai Rizzi, in via Lombardia, nelle laterali di via del Cotonificio) e a Est (per esempio in via Barcis, via Adige e via della Polveriera).

Gli interventi di ripristino
«C’erano stati altri furti di questo genere – ricorda il vicesindaco Michelini –, ma anni fa. Adesso abbiamo già preso contatti con tutte le aziende di servizi interessate, come per esempio Cafc ed Enel e ci stiamo organizzando per le sostituzioni». Parte dei chiusini in ghisa dovranno essere sostituiti direttamente dall’amministrazione comunale, mentre ad altri dovranno provvedere le società di servizi. L’operazione non sarà immediata perché ogni chiusino ha dimensioni e caratteristiche specifiche e quindi, prima di ordinare i singoli pezzi, sono necessari sopralluoghi da parte dei tecnici.

Il nuovo "oro"
Ma perché i chiusini attraggono i criminali? Perché la ghisa, lega ferrosa meno pregiata dell’acciaio, può essere trasformata in soldi abbastanza facilmente. Sul mercato, infatti, viene venduta in media a circa venticinque centesimi al chilo e, se si considera che la copertura di un tombino pesa dai 30 ai 60 chili, a seconda delle sue dimensioni, si comprende che, mettendo insieme decine di pezzi, l’affare risulta redditizio per i malviventi e decisamente oneroso per le casse comunali, visto che al costo del chiusino va aggiunto quello per la manodopera.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto