A Villesse si è aperta l’era Ikea 13 mila clienti nel primo giorno

l sedicesimo negozio Ikea in Italia è aperto e nel primo giorno ha visto arrivare 13 mila persone. Dopo 10 anni di “battaglie” burocratiche e politiche, da ieri il Friuli Venezia Giulia, e Villesse, possono vantare il punto vendita del famoso gruppo svedese.
di
Renato D’Argenio


VILLESSE.
Il sedicesimo negozio Ikea in Italia è aperto e nel primo giorno ha visto arrivare 13 mila persone. Dopo 10 anni di “battaglie” burocratiche e politiche, da ieri il Friuli Venezia Giulia, e Villesse, possono vantare il punto vendita del famoso gruppo svedese. «Un’opportunità per far conosscere e valorizzare il territorio goriziano», è stato detto. «Un’assicurazione per il futuro». Ma qual è il futuro a cui pensa l’Ikea in Friuli Vg? Quanti e quali equilibri sposterà quello che, ieri mattina, è stato annunciato come il più grande centro commerciale regionale?


Punto vendita Ikea a parte, quello di ieri è soltanto il primo mattone di uno shopping center da 180 mila metriquadrati, pronto fra due anni. L’unico, in Italia, gestito interamente da Ikea tramite la Ikea Centre Group; società che oggi controlla 22 centri in 7 Paesi e ne vuole realizzare altri 22. Centri commerciali «pensati per la famiglia» con almeno 150 negozi, un grande supermercato, ma anche parchi a tema e alberghi.


Roberto Monti, svedese dal nome italiano e amministratore delgato di Ikea Italia, spiega: «I nostri centri mirano ad attirare il numero più vasto di persone, cercando di essere appetibile anche per chi arriva da più lontano. Esattamente non so ancora quanti negozi saranno realizzati a Villesse, ma potrebbero sorgere minimo 150 negozi compreso un supermercato. I nostri tecnici stanno studiando le potenzialità del territorio. Il punto vendita Ikea è, naturalmente, il punto di richiamo principale, ma non mancheranno altri motivi per venire a Villesse».


«Cosa si devono attendere le realtà locali – continua Monti –? I mobilieri del Friuli Vg? Premesso che alcuni dei nostri fornitori sono in questa regione, è evidente che la “selezione” non la facciamo noi. L’Ikea non ha una posizione di monopolio sul mercato, in modo particolare in Italia. Qui è molto frammentato e proprio questa frammentazione, per certi versi, è la ricchezza del vostro Paese. La nostra esperienza ci insegna che i punti vendita Ikea aumentano l’interesse per i prodotti-casa e quindi per tutti i mobili in generale. Più interesse uguale più spese e non solo da noi. E’ anche vero che i punti Ikea creano una nuova cultura: quella del prezzo-offerta-qualità. Chi lavora bene e garantisce una buona offerta – sentenzia l’ad diIkea Italia – ne avrà sempre da guadagnare dalla nostra esperienza».


Qualità è anche servizio: Ikea, per esempio, vende i propri pezzi smontati. Un punto debole secondo i mobilieri locali. «Un punto di forza secondo noi – spiega ancora Monti –. Una delle nostre caratteristiche è l’articolo smontato perchè ci consente di abbattere i costi, di risparmiare in spazi e, non ultimo, “trasforma” il nostro cliente in “garante” della qualità. Un feedback su quello che funziona e quello che va migliorato. Per riuscire a vendere un mobile non montato si ragiona molto di più: c’è un progetto industriale che anticipa tutti i passi; ci vogliono standard di qualità molto alti. Comunque, il cliente che per motivi di praticità e di tempo vuole il pezzo montato lo può richiedere».


Monti si sofferma poi sul futuro di Ikea in Italia. «Questo è il nostro 16esimo punto vendita: è fondamentale garantire facilità di accesso alle nostre strutture, anche in un mercato molto frammentato come quello italiano. Questo significa avere una presenza geografica diffusa, ma dipenderà dall'andamento del mercato. Il prosssimo anno appriremo San Giuliano (terzo Ikea di Milano) e a Salerno. Entro due anni a Catania e Pescara». Monti, annuncia anche, l’apertura a Lubiana: «Non è imminente; probabilmente tra 5 anni».


Non poteva mancare un commento sulla crisi vista dai... negozi Ikea: «E’ presto per dire che abbiamo superato la crisi, che ora - ha sottolineato Roberto Monti - sta cominciando a interessare alcune realtà più piccole. Però - ha concluso - ci sono anche segnali positivi, che cogliamo in maniera significativa. Segnali più forti in Italai che in altri Paesi: le famiglie qui sono molto meno indebitate che altrove e le imprese sono molto più flessibili e brave a cogliere le opportunità che il mercato globale offre. Questo consente loro di agire in modo più veloce rispetto a macrostrutture operanti in altri mercati. I problemi dell’Italia sono altri: mancano infrastrutture, investimenti forti nella ricerca per cui spesso accade che ha la meglio la creatività. Troppo poco di questi tempi anche se molto importante».

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