Abitazioni e medico: ecco tutte le spese che tagliano le tasse

UDINE. Ristrutturazioni e spese mediche sono le due voci per cui vale davvero la pena compilare il 730. I rimborsi per spese veterinarie e attività sportive, invece, spesso coprono poco più del costo di una pizza e una bibita. La corsa alla compilazione del 730 è iniziata anche in Friuli Venezia Giulia, dove i contribuenti sono mediamente scrupolosi, anche se non mancano i ritardatari.
A fornire il servizio sono tutti i Caaf dei sindacati, vere e proprie aziende con tanto di Bilanci, ma anche le Acli, Coldiretti e Confartigianato. La fetta più importante del mercato se la spartiscono Caaf e Acli, basti pensare che il Caaf Cisl, da solo, compila 38 mila pratiche da marzo a luglio e la Cgil nel 2016 ha contato 59 mila 584 dichiarazioni 730.
A presentare il 730 sono principalmente dipendenti e pensionati per ottenere le detrazioni attraverso il sostituto di imposta, così da poter contare su rimborsi più rapidi piuttosto che aspettare i tempi dello Stato.
«Negli ultimi anni per andare incontro a soggetti disoccupati e con datori di lavoro non troppo solidi è stata concessa la possibilità di procedere anche senza sostituto - spiega Mariannina Rocco, responsabile del Caaf Cisl -. Quindi il rimborso non è più affidato al datore di lavoro o all’Inps, ma allo Stato che entro sei mesi in genere recapita gli assegni. Un bel miglioramento rispetto a qualche anno fa quando si attendevano anni».
La scadenza per la presentazione del 730 varia a seconda del canale usato per la compilazione e l’invio. Il Governo Renzi ha introdotto il 730 precompilato scaricabile direttamente online.
Da martedì sarà possibile accedere alla propria pratica dal sito dell’Agenzia delle Entrate e dal 2 maggio al 23 luglio si può inviare la documentazione. Tramite intermediario, che sia il Caaf o il commercialista, il lavoro è già iniziato e sono due le scadenze.
La prima è fissata il 7 luglio, ma può slittare fino al 23 nel caso in cui l’intermediario abbia già inviato almeno l’80 per cento delle pratiche raccolte. Il problema però è che così facendo il conguaglio slitta di un mese. «Purtroppo i ritardatari sono sempre di più, perciò ben venga il conguaglio - commenta Rocco -. Fra l’altro quest’anno per la prima volta la possibilità di estendere il periodo di recapito è stata calendarizzata. Negli ultimi due anni la notizia era arrivata in extremis, non consentendo ai contribuenti di organizzarsi».
E veniamo al capitolo costi, che variano in base al tipo di servizio richiesto. Se il 730 precompilato ha il vantaggio di essere completamente gratuito, il rovescio della medaglia è la completa assunzione di responsabilità da parte del contribuente sui dati dichiarati.
Prima dell’introduzione di questa novità, l’assistenza dei Caaf per la compilazione dei modelli 730 era gratuita per l’utente poiché era lo Stato a rimborsare i costi. Ora invece l’assistenza ha un prezzo, diverso a seconda del grado di aiuto. Per la compilazione del precompilato si paga una cifra che oscilla fra 10 e 18 euro, ma su alcuni quadri il Caaf non verifica i dati (come il domicilio fiscale, familiari a carico, terreni e fabbricati, affitti).
Con l’assistenza pura, chi compila si assume anche la responsabilità di ciò che viene dichiarato (con il visto di conformità), in questo caso il prezzo oscilla da 20 a 83 euro. Commercialisti, Caaf, Acli e tutti gli intermediari di supporto alla compilazione sono obbligati a tenere copia di ciascuno dei documenti dichiarati nel 730.
Le spese non sono tutte uguali ed è fondamentale che l’intestatario coincida con il detraente. «Capitano spesso conflitti sulle spese per la detrazione dei costi relativi ai figli - dice la responsabile del Caaf Cisl -: se una mamma non lavora e si intesta la spesa per le attività sportive, ma poi quel costo lo detrae il padre, è piuttosto difficile motivarla.
Conflitti sorgono anche nel caso di ristrutturazioni: chi detrae deve essere l’intestatario delle ricevute». Sono poi le “detrazioni a metà”, quelle spese per cui esiste un tetto massimo da rispettare e una percentuale. È il caso delle spese veterinarie per cui esiste un tetto massimo di 362 euro e una franchigia di 129, per di più si recupera solo il 19 per cento, perciò si parla di non più di 50 euro.
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