Abusò della sua cameriera: condanna a 4 anni e 6 mesi

Il titolare di una pizzeria di Lignano approfittò di una ragazza di 22 anni. L’uomo, 35 anni di origine egiziana, dovrà risarcire la vittima con 25 mila euro

LIGNANO. Quattro anni e mezzo di carcere e un risarcimento di 25 mila euro alla vittima. Questa la condanna inflitta a Ahmed Mohamed Adbel El Saadany, titolare della pizzeria Ke pizza di Lignano per violenza sessuale e tentata violenza nei confronti di due sue dipendenti di 22 e 19 anni. L’uomo di origine egiziana, che ha 35 anni e al momento si trova ai domiciliari nella sua residenza di Bibione, era stato accusato di aver picchiato e violentato una sua dipendente la notte del 22 agosto scorso.

Già da qualche tempo la ragazza sarebbe stata oggetto di pesanti avance da parte del titolare (compreso un tentativo di baciarla), attenzioni che però - secondo quanto riferito dalla giovane agli investigatori -, era sempre riuscita a mantenere a debita distanza. Fino a quella terribile notte quando le avance si sono trasformate in un’aggressione vera e propria. Il pizzaiolo, infatti, mentre lei stava sistemando il locale che si affaccia sul viale centrale della città, ha improvvisamente abbassato le serrande e gettato a terra la giovane costringendola a subire atti sessuali. In lacrime e ancora sotto choc per l’accaduto, la ragazza si è prima confidata con la sua collega e quindi con i familiari che le hanno suggerito di rivolgersi ai carabinieri. Sono così scattate le indagini ed El Saadany è stato arrestato.

Contro l’egiziano è stata poi presentata una denuncia anche da un’altra cameriera sua dipendente di 19 anni che ha riferito di essere stata oggetto di attenzioni sessuali da parte del 35enne nel luglio scorso e di non averne fatto parola a nessuno solo per la paura di perdere il posto di lavoro.

Il pubblico ministero Annunziata Puglia aveva chiesto una condanna complessiva a 4 anni e 8 mesi che il gup Paolo Lauteri ha ridotto a 4 anni e 6 mesi riconoscendo l’aggravante dall’abuso di autorità rappresentato dal rapporto di lavoro e derubricando in tentata violenza le avance alla 19enne. Per l’avvocato difensore Cosimo D’Alessandro, che ha annunciato ricorso in appello in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza, non ci sarebbe però alcuna prova della violenza che il suo assistito ha sempre negato: «Il mio cliente ha fiducia nella giustizia e si augura che la verità possa emergere al più presto». Soddisfatta per la sentenza («Per quanto si può esserlo in questi casi») invece l’avvocato di parte civile Denisa Pitton che ha ricordato come «El Saadany non si sia mai nemmeno scusato con la ragazza».

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