Accoltellato, manca l’impronta sull’arma
CERVIGNANO. Sul coltello con il quale, la sera del 10 ottobre scorso, è stato inferto il colpo che ha causato la morte di Gabriele Sattolo, non figura alcuna impronta di Francesca Del Medico.
Cioè della convivente di 43 anni indagata per omicidio volontario e tutt’ora ai domiciliari, dopo quasi quattro mesi di carcere. È la conclusione alla quale sono approdate le consulenze tecniche affidate dal pm Claudia Finocchiaro ai carabinieri del Ris di Parma, per verificare - e, se del caso, analizzare e confrontare - la presenza di tracce biologiche ed ematiche sull’arma adoperata per uccidere il 39enne di Terzo d’Aquileia. Prima di morire, nel corso dell’intervento al quale era stato sottoposto quattro ore e mezzo dopo l’accoltellamento, all’ospedale di Udine, la vittima aveva attribuito soltanto a sè la colpa del ferimento e ribadito come non vi fosse alcuna persona da denunciare.
La consulenza. Tre i coltelli che i carabinieri avevano sequestrato durante il sopralluogo nella villetta di Scodovacca di Cervignano, nella quale Sattolo abitava da oltre due anni con la Del Medico e dove era avvenuta la lite che, stando alla ricostruzione della Procura, era degenerata in omicidio. L’unico ritenuto interessante ai fini delle indagini è risultato quello di marca Stainless, seghettato, lungo 19 centimetri, sporco di sostanza ematica e con impugnatura marrone. Gli accertamenti condotti dal maresciallo capo Giuseppe Vaccaro hanno permesso di evidenziare un frammento digitale della Del Medico (impronta del pollice sinistro) soltanto sulla lama di uno degli altri due reperti.
Sangue sulla tuta e il divano. Una seconda consulenza a firma del maresciallo Claudio Bellino e finalizzata a estrapolare il Dna contenuto nei residui biologici presenti su quello stesso coltello e dalle tracce di sangue trovate sugli abiti e sulle scarpe dell’indagata, ha invece consentito di ricavare un profilo genotipico misto relativo a entrambi sulla manica sinistra della giacca della tuta indossata dalla donna. Esteso - su richiesta della difesa - al divano, l’esame ha inoltre confermato come la chiazza di sangue presente sullo schienale sia compatibile con il Dna della Del Medico. A riprova della testimonianza secondo cui, un mese prima del delitto, la donna fosse stata colpita alla testa nel corso di una delle frequenti liti con il convivente.
Il difensore. Cristallina la conclusione del difensore, avvocato Luca Beorchia. «Manca la prova che sia stata lei a usare il coltello». Un’affermazione in grado di spalancare scenari completamente nuovi sul caso. «A questo punto - continua il legale - c’è da chiedersi se a colpire non sia stata una terza persona esterna. Al momento, non sappiamo se nell’abitazione sia entrato qualcun altro». Diversi, sempre secondo la difesa, gli aspetti ancora da chiarire. «A lasciarmi particolarmente perplesso - dice - è anche quella macchia di sangue sulla manica sinistra: la mia assistita è destrorsa e assestare un colpo così consistente al petto di un uomo difficilmente le sarebbe riuscito con la mano sinistra. E, anche volendolo immaginare, se inferto da una posizione frontale, sarebbe penetrato in diagonale. Più verosimile pensare a lei che si china per aiutarlo a sollevarsi».
Il black-out. Eppure, sia negli interrogatori ai quali è stata sottoposta, sia in tutto il periodo della misura cautelare in carcere, la Del Medico non ha mai scaricato la responsabilità del gesto su terze persone, continuando invece a ripetere di avere completamente dimenticato quanto avvenuto nel momento clou della lite con il compagno. «È dimostrato - ha affermato l’avvocato Beorchia - come in situazioni di choc elevato si possano verificare vuoti di memoria. Proprio per questo, stiamo svolgendo test volti a provare la relazione tra choc e amnesia». Alla luce delle perizie e ricordati anche «i possibili profili di responsabilità evidenziati dal medico legale in capo ai sanitari che operarono Sattolo», la difesa ripropone alla Procura un quesito su tutti. «Non ho ancora capito - ha detto - quale sarebbe stato il movente della Del Medico».
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