Accordo elettorale De Toni-Marchiol: il pm chiede l’archiviazione

Il fascicolo è passato al gip per la decisione. L’indagine riguardava l’intesa tra l’allora candidato al ballottaggio e l’esponente di Spazio Udine 

Mattia Pertoldi
La stretta di mano tra De Toni e Marchiol dopo la presentazione dell'accorso elettorale
La stretta di mano tra De Toni e Marchiol dopo la presentazione dell'accorso elettorale

La Procura di Udine ha chiesto l’archiviazione del procedimento che, dallo scorso ottobre, vedeva il sindaco Alberto Felice De Toni e l’assessore Ivano Marchiol iscritti nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di corruzione elettorale.

L’indagine nasce dall’esposto presentato in Procura e firmato da dodici consiglieri comunali di opposizione – cioè tutti gli eletti del centrodestra a eccezione di Raffaella Palmisciano e di Stefano Salmè, con quest’ultimo che però correva da candidato sindaco in autonomia alle Comunali e non in una lista a sostegno di Pietro Fontanini – capeggiati da Michele Zanolla di Identità Civica. Erano stati loro, nel giugno del 2024, a depositare, tramite l’avvocato Maurizio Miculan, l’esposto con cui manifestavano alla magistratura inquirente dubbi rispetto alla legittimità dell’accordo elettorale siglato prima del ballottaggio delle Amministrative tra De Toni e Marchiol.

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Il centrodestra, in estrema sintesi, ha contestato il mancato apparentamento formale tra la coalizione di De Toni e quella di Marchiol – escluso dal ballottaggio dopo il primo turno – nonostante quest’ultimo avesse garantito ufficialmente all’ex rettore il proprio sostegno in cambio dell’ingresso in giunta di alcuni esponenti di Spazio Udine. Un patto certificato dalla firma di un accordo elettorale vero e proprio, con tanto di conferenza stampa, e poi effettivamente concretizzatosi, una volta sconfitto Fontanini al secondo turno, con la nomina nell’esecutivo comunale dello stesso Marchiol e di Chiara Dazzan.

Come risultato del mancato apparentamento, tra l’altro – evidenziava l’esposto –, le opposizioni hanno di fatto perso due rappresentanti perchè al 60% dei seggi assicurati dal premio di maggioranza previsto dalla norma elettorale alla coalizione vincente – cioè 24 consiglieri su 40, oltre al sindaco – si sono sommati i due eletti con Marchiol garantendo, pertanto, al centrosinistra 27 voti.

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La sottoscrizione dell’accordo contestato dal Centrodestra

Quattro mesi dopo la presentazione dell’esposto, il fascicolo, in capo al pubblico ministero Elisa Calligaris, ha visto l’iscrizione di sindaco e assessore alla Viabilità nel registro degli indagati. Indagine che è proseguita fino al 24 gennaio, quando Calligaris ha chiesto l’archiviazione sia per De Toni, difeso dall’avvocato Luca Ponti, sia per Marchiol. Ora, detto che sulla richiesta stessa dovrà esprimersi il gip, il centrodestra, attraverso l’avvocato Miculan – che martedì 28 ha depositato un’apposita memoria – avrà venti giorni di tempo, dalla comunicazione ufficiale da parte della Procura, per presentare eventuale opposizione all’istanza della Procura.

«Abbiamo appreso che la Procura della Repubblica di Udine ha avanzato richiesta di archiviazione rispetto all’esposto firmato dai consiglieri comunali di minoranza – ha commentato Ponti –. La Procura ha quindi ritenuto fondate quelle che erano state fin dall’inizio le nostre tesi difensive. Restiamo in attesa della conclusione del procedimento e delle decisioni del gip che confidiamo possano arrivare nei tempi più rapidi».

L’esito del procedimento giudiziario, che tra l’altro riguarda un aspetto strettamente penale e non amministrativo legato all’applicazione corretta o meno della legge elettorale per le Comunali in relazione alla quale i tempi per eventuali ricorsi sono abbondantemente scaduti, potrebbe avere ricadute dirette anche sul piano politico. I consiglieri di centrodestra, infatti, hanno depositato ufficiale richiesta di convocazione di un Consiglio straordinario proprio per discutere dell’inchiesta in corso.

Ora, al di là del fatto che, stando ai rumors di palazzo, la maggioranza pare orientata più a inserire il tema come uno dei punti dell’ordine del giorno di uno dei prossimi Consigli che a convocare una seduta d’Aula straordinaria, resta il fatto che un’eventuale archiviazione dell’inchiesta depotenzierebbe, e non poco, anche le rivendicazioni politiche del centrodestra. 

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