Vendeva sciarpe con la scritta “Alè Udin” fuori dallo stadio: non era contraffazione, assolto
L’uomo aveva maglie, cappellini, polsini e cuscini riportanti frasi di incitamento storiche che, come tali, non erano soggette alle regole dei marchi registrati
Fin dagli anni Ottanta la sua famiglia ha venduto, fuori dallo stadio Friuli, sciarpe, bandiere e magliette della squadra bianconera. Un periodo in cui la commercializzazione del merchandising di una squadra di serie A non era regolamentata con norme stringenti come avviene oggi e, a disposizione dei tifosi, specialmente di quelli delle squadre di provincia, non c’era una grande scelta di prodotti.
Ora però le regole sono cambiate e Denis Franz, cinquantenne di Gonars, è stato chiamato a rispondere delle caratteristiche del materiale venduto prima e dopo le partite interne della squadra friulana davanti al giudice del tribunale di Udine, Paola Turri. Le accuse nei suoi confronti erano quelle di ricettazione e di contraffazione. E ora è arrivata la sentenza: Franz è stato assolto con formula piena, perché il fatto non costituisce reato.
Il suo avvocato, Tommaso Cagol, ha accolto con soddisfazione la decisione del giudice: «Il mio cliente ha agito in buona fede, limitandosi a portare avanti l’attività di famiglia – ha ricordato il legale –. Tanto da essersi informato sul fatto che la merce venduta non rappresentava una riproduzione di marchi registrati. In questa faccenda mancava il dolo: non si trattava di materiale contraffatto». Le sciarpe, ad esempio, come rimarcato da Cagol, non riportavano i loghi ufficiali dell’Udinese Calcio ma frasi di incitamento storiche come “Udine” o “Alè Udin”, e come tali non erano soggette alle regole dei marchi registrati.
Non sono stati dello stesso avviso la Guardia di finanza e Carpinvest, la società che per conto della Seria A di calcio va a caccia delle contraffazione dei merchandising delle squadre.
Nel caso specifico, il 18 settembre 2022, in occasione della partita di campionato tra Udinese e Inter (terminata poi con la vittoria dei bianconeri per 3 a 1) a Franz erano stati contestati il possesso e la vendita di cinquanta cappellini, dieci magliette, centoventi sciarpe, un polsino e undici cuscini «contrassegnati – stando alla ricostruzione fatta dall’accusa – con marchio contraffatto dell’Udinese Calcio», tre polsini dell’Fc Inter, un sciarpa dell’Us Lecce, un sciarpa e un polsino dell’Ssc Napoli, un sciarpa del Torino Fc, due polsini dell’As Roma, due polsini della Juventus Fc, altri due dell’Ac Milan e un polsino dell’Acf Fiorentina, «senza autorizzazione da parte dei citati club calcistici».
Una posizione non condivisa dal giudice Turri, che ha assolto Franz. Quest’ultimo, presente in aula, al momento della lettura della sentenza è scoppiato in lacrime.
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