Acqua, allarme atrazina: superati i limiti di legge

PORDENONE. Si chiama desetildesisopropilatrazina ed è un metabolita dell’atrazina, diffuso negli acquedotti di Pordenone, di Udine e di altri comuni della Bassa friulana oltre i limiti previsti dalla legge di 0,10 microgrammi per litro.
Dalle analisi commissionate da Giorgio Simonetti, residente in via VIII alpini a Pordenone (zona ospedale), nell’acqua di casa sua è emerso che il valore di questa sostanza supera il limite attestandosi a 0,11 microgrammi per litro e ha spedito via mail l’esito delle analisi, condotte dal laboratorio Leochimica, all’Azienda sanitaria e a Hydrogea, oltre che al neoeletto sindaco Alessandro Ciriani.
«La mia abitazione – scrive – è allacciata all’acquedotto, in via VIII alpini 5 (zona ospedale). La desetildesisopropilatrazina, un metabolita dell’atrazina, è superiore ai limiti di legge».
Nella mail, Simonetti prosegue asserendo che per la responsabile delle analisi delle acque di Leochimica «l’acqua non dovrebbe essere né erogata né bevuta. Oltre a far uscire la notizia che è importante per la cittadinanza – prosegue – vorrei fossero prese tutte le precauzioni per rispondere a questo fatto grave per la salute della nostra città».
Come spiegato dal direttore del dipartimento di prevenzione dell’Aas 5, Lucio Bomben, questo metabolita dell’atrazina è analizzato da inizio anno su disposizione dell’Unione europea.
Dai monitoraggi effettuati negli acquedotti della regione (sull’argomento è stata presentata anche un’interrogazione in consiglio regionale), sono interessate le zone di Pordenone, Udine e della Bassa friulana.
Per monitorare la situazione e trovare eventuali soluzioni, è stato istituito un gruppo regionale formato da medici e responsabili regionali, nonché dalle Aziende sanitarie di Udine e Pordenone e dall’Arpa.
«Attualmente non ci sono evidenze scientifiche sulla correlazione tra dose, esposizione e malattia – ha asserito Bomben –. Ci stiamo comunque muovendo per individuare soluzioni».
Anche l’amministratore unico di Hydrogea, Giovanni Dean, è in linea con quanto affermato dal dottor Bomben. «Questo metabolita dell’atrazina è appena stato scoperto – ha spiegato –. Ma c’è un verbale della conferenza dei servizi della Regione che sostiene non ci sia pericolo per la salute. Ha comunque prescritto una campagna di monitoraggio, che stiamo eseguendo, per verificare la presenza del metabolita».
Effettivamente, nell’acquedotto di Pordenone la sua presenza è stata riscontrata dall’Arpa. L’argomento, però, è talmente recente che ancora soluzioni per la sua rimozione non sono state individuate. Si tratta comunque, per Hydrogea, della prima segnalazione di un privato.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto