Acqua, giro di vite per fontane private e pozzi artesiani

Pordenone. «Lo zampillio continuo è spreco. Sarà limitato col contalitri». Botta e risposta tra Gregoris e Moretton: «È accanimento»
Foto BRUNI 05.09.16 P.zza Unità:Ripartono le fontane della Regione
Foto BRUNI 05.09.16 P.zza Unità:Ripartono le fontane della Regione

PORDENONE. «C’è l’intenzione della Regione di porre limitazioni all’uso dei pozzi artesiani con l’applicazione di strumenti di misurazione e di prescrizioni tecniche per il rilascio di nuove autorizzazioni alla terebrazione del sottosuolo per approvvigionamento idrico a uso domestico. Perché infierire ancora sulle famiglie?».

L’ex assessore regionale Gianfranco Moretton lancia l’allarme e invita il consigliere regionale dei Cittadini per il presidente Gino Gregoris a «tenere conto di queste umili osservazioni».

Il riferimento è alla lettera che il movimento ha inviato, in questi giorni, ai cittadini della Bassa Pordenonese, con la quale «si spiega il punto di vista del Gruppo in merito al tema delle fontane e della infondata paura che il nostro territorio venga acquedotizzato» e si illustrano interventi e proposte per limitare lo spreco dell’acqua potabile.

Gino Gregoris rassicura: «Non vi è alcun pericolo che nella Bassa Pordenonese sia impedita la modalità di approvvigionamento dell’acqua tramite i pozzi artesiani, che sono e rimangono tali».

Ma, aggiunge, «dobbiamo capire che non tutte le nostre abitudini devono rimanere immutabili».

Due cose, per Gino Gregoris, «si possono fare: possiamo evitare di continuare a “battere pompe” indiscriminatamente e, di conseguenza, ottenere una razionalizzazione del numero di nuovi pozzi necessari a fornire acqua potabile ai nuovi edifici».

Si eviterebbe, in questo modo, «di perforare troppo le nostre falde».

La seconda proposta: «Limitare lo zampillare continuo di quei pozzi artesiani (non sono tutti) che, secondo la nostra tradizione, sono aperti 24 ore al giorno. Limitare non significa chiudere, ma ridurre la portata in uscita per evitare un inutile spreco di acqua».

La Regione ha affidato all’Università di Trieste il compito di realizzare uno studio sullo stato di salute delle falde. «Stiamo intaccando – scrive Gregoris – le riserve strategiche che dovremmo lasciare, possibilmente integre, ai nostri figli e nipoti».

Che cosa chiedono gli esperti? «Di non sprecare l’acqua, lasciando zampillare i pozzi in modo libero e continuo. Per questo propongono di inserire un limitatore di portata».

Richieste ragionevoli? «Si, e coerenti». L’acqua «non va sprecata e non la può sprecare neppure il proprietario del terreno che ha realizzato a sue spese il pozzo artesiano».

La Regione ha attivato il tavolo tecnico previsto dal piano regionale di tutela delle acque.

Determinerà il volume medio giornaliero dei volumi massimi prelevabili per ogni singolo pozzo artesiano a uso domestico, verificherà gli effetti dell’applicazione ai pozzi di valvole di regolamentazione del flusso, definirà prescrizioni tecniche per la terebrazione di nuovi pozzi.

L’appello del consigliere dei Cittadini: «Vi chiedo di fidarvi dell’azione che la Regione sta portando avanti per la difesa dell’ambiente».

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