Acquisto e spese per gli investimenti: a Sappada scoppia la “grana” impianti

La Regione Fvg ha stanziato 1,5 milioni per l’intera operazione. Manca l’accordo con la società Gts proprietaria degli skilift

UDINE. Il passaggio di proprietà degli impianti di risalita di Sappada nelle mani di PromoTurismoFvg resta, a quasi due anni dal ritorno del Comune in Friuli e a un mese e mezzo dall’apertura della stagione invernale, ancora nel limbo con l’obiettivo della Regione di chiudere la partita entro fine mese che rischia di complicarsi parecchio.

Piste e impianti già pronti in vista della nuova stagione
L'assessore regionale alle Risorse agricole, Stefano Zannier


Il problema, infatti, è legato soprattutto, se non esclusivamente, alla differenza di valutazione nel valore di subentro, rispettivamente, da parte di Regione e Gts, uno dei tre enti che gestiscono gli impianti di risalita, i rifugi e il parco divertimenti Nevelandia e che dovranno passare sotto il controllo di PromoTurismoFvg.

Con le altre due realtà, invece, l’accordo è già stato trovato. Il subentro nei confronti del Comune si concretizzerà attraverso un meccanismo di affitto d’azienda a medio-lungo termine che, tramite un meccanismo di compensazione, avverrà nei fatti a costo zero.

Per quanto riguarda, invece, la società Sciovie Quinz, con cui l’accordo è stato chiuso sabato, si passerà attraverso una cessione aziendale e il pagamento della relativa quota di subentro.

Un metodo, questo, che l’assessore Sergio Bini vuole utilizzare anche per Gts, ma il problema, come accennato, sta nella diversa valutazione del prezzo.

La Gts, di cui il presidente è il sappadino Gianluca Piller Roner che vede tra i soci anche gli imprenditori Daniel Kretter, Mario Andretta e Ivano Fanzutto oltre a numerosi sappadini come azionisti di minoranza, quattro anni or sono ufficializzò l’acquisto degli impianti, in seguito al fallimento della Ski Program che ne deteneva la proprietà, per 620 mila euro.

Negli anni, fondamentalmente, il Veneto si disinteressò del destino della zona fino ad arrivare al passaggio al Friuli Venezia Giulia.

L’allora giunta di Debora Serracchiani, per scelta del suo vice Sergio Bolzonello, staccò immediatamente un assegno da 1 milione di euro per la manutenzione straordinaria degli impianti ed è proprio su queste due cifre – i 620 mila euro di acquisto e i fondi stanziati dal centrosinistra – che si gioca la partita tra Regione e Gts.

Perchè se è vero che in assestamento di Bilancio il totale a disposizione di PromoTurismoFvg per l’intera operazione è pari a 2 milioni – di cui però 500 mila euro per opere di manutenzione –, Bini ha tutte le intenzioni di scalare il milione già incassato da Gts dal conto totale.

«È denaro già allocato – conferma l’assessore – e che andrà detratto perchè noi siamo un ente pubblico e non possiamo, né vogliamo, avallare alcuna operazione di puro stampo speculativo».

Un concetto ribadito anche in una recente comunicazione inviata dalla Direzione centrale in cui si specifica, letteralmente, come «il valore che verrà preso a riferimento per definire i termini dell’acquisizione dei beni non può che essere quello che risulta, in primis, dal prezzo di acquisto degli stessi, secondariamente, dalle immobilizzazioni previste a bilancio, detratti eventuali contributi o concessioni già effettuati dall’amministrazione regionale».

Questo significa, in altre parole, che il prezzo che vorrebbe pagare la Regione è di «620 mila euro, né di più né di meno» sintetizza l’assessore.

Teoria, questa, che però convince ben poco i piani alti di Gts. «Siamo tutti concordi nel voler vendere – sostiene Piller Roner –, ma abbiamo più di qualche perplessità sulle modalità della cessione. Noi vorremmo che la valutazione del valore degli asset venisse stilata da un perito terzo, estraneo alle due parti.

Anche perché la cifra di 620 mila euro dell’epoca è figlia di numerose variabili e se davvero la Regione prendesse a riferimento soltanto quel numero avremmo davvero poco da dire. Non mi sembrano criteri corretti e nemmeno che stia nella logica della trattativa la volontà della giunta di fare la voce grossa».

Una posizione, in ogni caso, che verrà avanzata anche nel corso dell’assemblea della Gts in programma lunedì 21 e in cui si deciderà come procedere per la cessione, o meno, degli impianti di risalita. —


 

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