Addio a Giulia, vinta dal male a 26 anni

Si è spenta a San Giorgio dopo aver lottato con coraggio e serenità tanto da essere chiamata “leonessa”. Oggi i funerali

SAN GIORGIO DI NOGARO. Giulia la “leonessa” non c’è più, ma il suo esempio di amore e generosità verso gli altri, resterà nei cuori di quanti l’hanno conosciuta e le hanno voluto bene. Una generosità che è insita nella famiglia Milan, che con grande coraggio ha concesso l’espianto delle cornee della loro figlia. Oggi alle 16, i funerali in duomo, a San Giorgio di Nogaro, celebrati da monsignor Igino Schiff.

Giulia Milan se né andata lunedì sera a soli 26 anni, dopo aver lottato con coraggio e grinta, per circa una anno e mezzo contro un male incurabile che non le ha lasciato scampo, ma che lei aveva saputo affrontare con tanta forza e determinazione, tanto che parenti e amici la chiamavano appunto “leonessa”.

«Non ci sono parole per descrivere il dolore, ma molte parole per descrivere Giulia, la nostra leonessa... », dicono di lei i cugini e gli amici in una lettera aperta: «Se pensiamo a Giulia pensiamo ai colori, era l’amica su cui poter contare, era una ragazza generosa, piena di vita e di voglia di fare, amava viaggiare, stare in compagnia, amava la musica, il sole e l’estate con tutti i suoi colori... Ma un brutto giorno ha incontrato il buio di una malattia incurabile e, mentre il male la corrodeva di giorno in giorno, lei non smetteva di sentirsi felice, di sentirsi una leonessa. I suoi colori hanno continuato a brillare con una luce abbagliante, con una forza che nessuno si aspettava. Diceva che la vita è bella e non va sprecato neanche un momento... questo è quello che ci ha insegnato Giulia. Porteremo per sempre tutti i suoi colori nel nostro cuore».

Giulia, nata e cresciuta a San Giorgio di Nogaro, componente della grande e storica famiglia dei Milan, dopo essersi diplomata al Mattei di Palmanova, aveva trovato lavoro in un’azienda della zona industriale. Poco più di un anno e mezzo fa, si era licenziata per fare un’esperienza lavorativa a Londra.

Aveva già pianificato il trasferimento nella capitale britannica, quando prossima alla partenza un controllo medico le aveva diagnosticato la malattia. Con grande forza d’animo e coraggio, «dura al pezzo», amava definirsi, non si era lasciata abbattere, anzi era lei a rassicurare i genitori Paolo e Maria, il fratello Daniele, il suo “principe” Gratto e i tanti amici e parenti che andavano a trovarla. Senza mai arrendersi, aveva continuato la sua battaglia contro il male, neppure quando la sofferenza era tanta, aveva perso la forza e la voglia di sentirsi felice. Due settimane fa aveva avuto una sorta di ricaduta, ma poi si era ripresa, e poi la fine quasi inattesa. Era solare Giulia, amava la musica, avere amici attorno, i viaggi, e aveva tanta voglia di vivere.

Un calvario, quello vissuto da Giulia, ma anche dalla sua famiglia che in questo anno e mezzo, con grande fede e dignità, ha affrontato la malattia ed è alla famiglia Milan che si rivolge monsignor Schiff per esprimere la partecipazione e la solidarietà della comunità parrocchiale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:malattie

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto