Addio a Giuseppe Nobile, professore del Malignani

Aveva 67 anni e dalla vigilia di Natale non stava bene. Ha insegnato per 25 anni. Il ricordo dei figli e dei colleghi: «Persona speciale». I funerali mercoledì a Paparotti

UDINE. Era definito “un genio dei computer”. Ma il tratto che tutti ricordano di Giuseppe Nobile è l’estrema generosità. Insegnante per 25 anni al Malignani, “Pino” – come lo chiamavano gli amici – se ne è andato ieri, a 67 anni, dopo una lenta agonia iniziata il giorno della vigilia di Natale.

Figlio di due presidi di liceo, Giuseppe Nobile, è nato ad Agrigento, ma ha lasciato la Sicilia ben presto, per ragioni di studio prima e di lavoro poi.

Dopo la laurea in ingegneria meccanica al Politecnico di Torino aveva scelto Udine come meta. Qui ha iniziato a insegnare e ha anche esercitato la professione di ingegnere. Qui è diventato papà di Andrea, oggi 35enne, ed Emiliano, 23. Dopo la fine del primo matrimonio ha rincontrato l’amore a Tenerife, nella sua adorata Spagna. E una decina di anni fa si è risposato con Maria Eloina Garcia Garcia, che oggi insegna all’ateneo giuliano. In pensione da qualche anno, aveva dedicato gran parte delle sue fatiche al Malignani.

«Noi figli abbiamo avuto un rapporto molto intenso con papà - ricorda Andrea -. Ci ha scorrazzato ovunque durante l’infanzia, al seguito delle gite scolastiche del Malignani. Poi ci ha portato in Europa con i suoi progetti a favore della scuola. Sono stato un po’ una mascotte per tutta l’infanzia, testimone che ho passato a mio fratello più di recente. Papà per noi è stato una presenza costante.

Era in assoluto una delle persone più generose che io abbia mai conosciuto. Non l’ho mai visto litigare con nessuno. E quando passeggiavo per strada in molti mi fermavano chiedendomi di salutarlo. Era una persona vincente a 360 gradi. Lascerà un vuoto grandissimo perché era un buon padre e un buon amico, ma anche un ottimo confidente, un professore, un compagno e un collega».

Il giorno del primo malore è il 24 dicembre, mentre è in una farmacia in Spagna. La caduta e la botta al capo lo obbligano a un ricovero in ospedale: la causa è una sincope momentanea. Poi una gastroenterite lo costringe di nuovo al ricovero in Spagna, a Oviedo, dove abitano i suoceri.

Il 9 gennaio sembra stare meglio, tant’è che decide di rientrare a Udine guidando per tutto il tragitto. Qualche giorno più tardi la ricaduta che lo costringe alle cure anche in città. Fino al tragico epilogo di ieri. Una notizia «devastante» per colleghi e amici.

«Era una persona buonissima, disponibile fino all’esagerazione, sempre in grado di risolvere qualsiasi problema - così lo ricorda Antonella Bini, collega, amica e testimone di nozze -. Era un genio dei computer, lo chiamavamo e, qualsiasi problema avessimo, lui lo risolveva.

Era uno che aveva mille idee, adesso si era messo in testa di imparare a suonare la chitarra e da qualche tempo parlava correntemente spagnolo». Le sue abilità in campo informatico lo avevano portato a essere eletto nella segreteria dell’Aica, l’associazione italiano calcolo automatico, e faceva parte anche dell’Ordine degli ingegneri. «Ha dato tantissimo al Malignani - racconta l’amica e collega Nicoletta Negrello -. È uno di quelli che hanno fatto grande il Malignani, era riuscito a fondare il test center Aica a scuola e tutti noi siamo qui anche per merito suo». L’amico Roberto D’Agostino dice di avere «perso più di un collega, un fratello.

I funerali saranno celebrati mercoledì, alle 14, nella chiesa di Sant’Anna a Paparotti.

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