Addio a Umberto Midolini, il re delle gru

UDINE. L’inizio della giornata lavorativa per lui era sempre intorno alle 5.30. Con le sue società ha creato un impero da venti milioni di euro di fatturato annuo, è diventato il “re delle gru”, tanto che il suo nome è diventato sinonimo di sollevamento. Nella giornata di venerdì 12 giugno il Friuli ha perso il notissimo imprenditore Umberto Midolini. Aveva novant’anni e, insieme ai fratelli, aveva cominciato a lavorare nell’immediato Dopoguerra nel settore dell’estrazione della ghiaia e degli inerti. «Generoso e carismatico - lo ricorda l’amico Enzo Cainero - con la sua forte personalità e la sua tenacia ha costruito aziende di prim’ordine, apprezzate a livello nazionale e internazionale per la serietà della gestione. Un uomo eccezionale, che lascia un grande ricordo. Riservato e attaccatissimo alla famiglia».
Nato il 29 gennaio del 1925 a Orzano di Remanzacco, Umberto Midolini, per gli amici “Berto”, aveva undici fratelli. Con Lino e Sereno ha mosso i primi passi nel mondo del lavoro. Ma è alla fine degli anni 50 che vengono acquistate le prime autogru che, di lì a poco, diventeranno l’attività principale. E negli anni 60 arrivano anche le Fornaci di Manzano, per la produzione di mattoni. A metà degli anni 80, quando Sereno era già mancato da qualche tempo, Umberto ha deciso di specializzarsi nell’edilizia e nella movimentazione, mentre Lino ha continuato nei settori vitivinicolo e degli inerti.
Tante le grandi opere cui ha contribuito Midolini: dalla copertura dello stadio olimpico di Atene, alle autostrade del Nord-Italia; da quella diga costruita sull’Eufrate ai tempi di Saddam Hussein e della guerra in Iraq, ai campanili friulani risollevati dopo il terremoto del 1976. Ed è stato nel periodo post-sisma che è nata anche la Midolini immobiliare, che si è occupata della ricostruzione di molti edifici di interesse storico-culturale (in primis le chiese) in accordo con la Soprintendenza. Negli anni 90 è cominciata anche l’attività portuale in regione.
Umberto aveva deciso di lasciare il suo incarico di presidente della Midolini Spa (ora ricoperto dalla figlia Mirva affiancata dal fratello Sandro, amministratore delegato) e delle Fornaci di Manzano Spa (adesso al vertice c’è il figlio Stefano) solo una settimana fa, segno che le forze lo hanno sorretto quasi sino alla fine. «Era instancabile nel lavoro - ricorda ancora Cainero - e quando non era impegnato in qualche impresa, era tutto per la famiglia». Ha sempre abitato con la moglie Fidelma Turale in via Colugna ed è nella chiesa di Santa Maria di Fatima (in piazza Polonia) che saranno celebrati i funerali. Chi vorrà dare un ultimo saluto al “re delle gru” lo potrà fare lunedì alle 17.
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