Addio al campione Aldo Battistutta

Udine, vinse il titolo italiano di boxe nella categoria super-welter e violò il Madison square garden di NY. Si è spento a 77 anni

UDINE. Era un combattente Aldo Battistutta. Sul ring e anche nella vita. Non mollava mai. Ma domenica sera il suo cuore ha smesso di battere. Se n’è andato a 77 anni, dopo aver conquistato due titoli italiani nella categoria dei super-welter.

Grande amico di Nino Benvenuti, ha combattutto e vinto anche lui nell’indimenticabile notte del 17 aprile 1967 nel tempio della boxe di New York, il Madison square garden: Battistutta mandò al tappeto Freddie Martinovich mentre Benvenuti strappò il titolo di campione del mondo dei pesi medi nel primo dei tre storici confronti con Emile Griffith, ma gli italiani all’epoca non potero seguire la diretta televisiva dell’evento perché la Rai decise di tutelare il sonno degli italiani limitandosi a mandare in onda la radiocronaca.

Ma a Lignano nel 1970 i suoi tifosi c’erano tutti: più di duemila persone lo hanno sostenuto per la difesa del titolo contro Remo Golfarini. «Non ha grandi mezzi tecnici Aldo Battistutta - si legge in una cronaca dell’epoca - ma sopperisce a questa carenza con coraggio e forza di volontà. Non ha un allenatore personale e il suo procuratore, Amaduzzi, si fa vedere solo nelle occasioni importanti, impegnato com’è a seguire gli interessi di Nino Benvenuti».

E ancora: «Tira pugni e continua a lavorare Aldo e svolge un lavoro durissimo che ad altri non lascerebbe né la volontà né le energie per dedicarsi a uno sport, tanto meno a una specialità estenuante come la boxe». Eppure è diventato campione italiano ed è arrivato a sfiorare il titolo europeo allenandosi nei ritagli di tempo.

«Con la boxe - prosegue il resoconto - non si è arricchito e non ha mai rifiutato un match per questioni di denaro perché la borsa, per quanto modesta, lo aiutava a rendere meno difficile la vita della sua famglia. Pochi nelle sue condizioni sarebbero arrivati così in alto. Nel trionfo e nella polvere è sempre rimasto un ragazzo semplice, dal cuore grande così».

Per capire la tenacia e il carattere di Aldo basti pensare che aveva cominciato ad andare in palestra all’età di 17 anni perché soffriva di rachitismo. Poi è scoccato l’amore per la boxe e per diversi anni Battistutta ha girato il mondo seguendo la sua passione, ma sempre lavorando prima come bagnino e poi come custode al depuratore di via Gonars dove era impiegata anche la moglie Maria Monti detta Pina con la quale si era spostato nel 1965 e dalla quale ha avuto due figlie, Monica e Zaira.

Oltre a loro tre, Battistutta lascia la nipote Asya alla quale era molto affezionato, il fratello Giuseppe e le sorelle Silvia, Maria, Mafalda ed Elda. I funerali si svolgeranno domani alle 15.30 al cimitero di San Vito.

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