Addio al fotografo Veronesi: dai vip alla vita di quartiere

Aveva 88 anni, era ospite di Casa Serena a Pordenone. L’anno scorso aveva raccontato la sua vita in un libro. Gli amici spesso gli facevano visita: «Fra i personaggi che narrava, riconoscevamo “il suo”»

Bruno Oliveti

Nel suo obiettivo curioso e attento erano passati sette santi, fotografati quando ancora non lo erano, capi di stato, re, attori e attrici, tra cui l’amica Virna Lisi. Era un personaggio eccezionale, per il suo bagaglio professionale ma anche per la simpatia e l’eloquio che lo contraddistinguevano.

Da alcuni anni non lo si vedeva più camminare lentamente, teneramente a braccetto con l’inseparabile moglie Lidia.

Entrambi si erano ritirati a Casa Serena in eguito alla pandemia. Ma la gente del quartiere, tra via Montereale e via Molinari, dove risiedeva, non s’era dimenticata di lui.

Alessio Giuseppe Veronesi s’è spento all’età di 88 anni, vissuti sempre al massimo, con la fierezza – e a volte una malcelata vanità – del sentirsi artista, dell’essere stato fino all’ultimo un fotografo di livello, attento e capace, passato dalla tv al teatro, dalla moda allo sport.

Veronesi, nato a Ferrara nel 1936, era un predestinato. I genitori lo tennero a battesimo nel modo della spettacolo dall’età di 6 anni. Si avvicinò presto al mondo della celluloide e immortalò numerose celebrità.

Raggiunta la maggiore età iniziò a collaborare con la Rai tv come operatore di ripresa per i servizi giornalistici sportivi e di cronaca, rimanendo pure ferito durante i moti dell’autunno caldo del ’68.

Fu fotografo di scena per gli sceneggiati e si mise al servizio della pubblicità, in cui ottenne diverse soddisfazioni e premi nazionali, miglior fotografo italiano di reportage per il lavoro svolto presso il Commercio estero Usa all’Expo americana alla fiera di Milano, sempre nel 1968. Fu operatore personale di Giovanni Montini, futuro Papa Paolo VI, per cinque anni. Si dedicò al ritratto, l’espressione in cui più si riconoscono il suo stile e la sua creatività.

Una vita straordinaria, che solo un anno fa aveva raccontato in un libro, presentato a Cinemazero, con cui collaborava: “Incontri con la fotografia. Personaggi e racconti di vita” (Editrice Libreria Al Segno), un viaggio nella società italiana, una raccolta di ricordi personali, di incontri con artisti e personaggi importanti del mondo culturale e sociale della seconda metà del Novecento.

«Un uomo colto, di grande sensibilità, che racconta, attraverso la fotografia, un mondo interessante», così l’aveva definito nell’occasione la presidente della Casa del volontariato Sandra Conte.

Negli anni trascorsi in Casa Serena, Alessio ha ricevuto spesso la visita di alcuni amici, che pur essendo molto più giovani di lui amavano condividere spezzoni delle sue giornate. «Ci preme rivolgere – è la lettera aperta da loro scritta, Lucia, Marco e Leonardo – un caro saluto al nostro amico che ci ha lasciato.

La sua è stata una lunga vita, piena di esperienze lavorative e umane. Nel suo libro ha narrato tanti personaggi noti che ha incontrato e tra le righe riusciamo a scorgere anche “il suo”. Ha allietato i commercianti e gli amici con la sua pungente intelligenza e profonda sensibilità.

Fino all’ultimo dei nostri incontri nella casa di riposo ci ha intrattenuto senza annoiarci mai. Sarà un ricordo che farà nascere un sorriso in noi, suoi amici, e in tutti quanti hanno avuto uil piacere di conoscerlo».

Veronesi lascia due figli, oltre alla moglie Lidia. Per i funerali la famiglia ha scelto la forma privata.

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