Addio al professore Alessandro De Vita, morto nell’incidente contro un Tir

UDINE. Finita la lezione era salito in sella alla sua moto per raggiungere, dall’università di Trieste, l’aeroporto di Ronchi dei Legionari e volare a Londra dove l’attendeva la moglie e altri studenti a cui insegnare i principi della Fisica.
Un destino crudele ha strappato alla vita il professor Alessandro De Vita, 53 anni, di Udine. Lo studioso, sul raccordo autostradale, per cause al vaglio della polizia stradale, ha perso il controllo del mezzo ed è finito contro un Tir. La comunità scientifica internazionale è sotto choc come pure i familiari e i tanti amici udinesi che De Vita, nonostante i numerosi impegni accademici, non mancava di passare a salutare.
L’università di Trieste ha perso una delle menti più brillanti e capaci. «Stimato dagli studenti per le sue capacità didattiche e la sua grande umanità – afferma in una nota il magnifico rettore dell’ateneo triestino, Maurizio Fermeglia –, rispettato dai colleghi per la sua profondità nel fare ricerca scientifica, Alessandro è stato e rimarrà un esempio per tutti noi, con la sua capacità di portare avanti nel suo lavoro, che tanto amava, le due principali strategie di sviluppo del nostro Ateneo, l’internazionalizzazione e la ricerca interdisciplinare».
De Vita era nato 53 anni fa a Udine dove trascorse la sua infanzia e la sua adolescenza e dove tornava spesso a trovare la madre Anna Tamborrino e il fratello Salvatore De Vita, pure lui professore universitario e direttore della clinica di Reumatologia dell’Azienda sanitaria universitaria integrata Santa Maria della Misericordia.
Diplomato al liceo scientifico Marinelli, De Vita si era laureato in fisica all’università di Trieste per poi conseguire due dottorati, uno in fisica e l’altro in ingegneria e scienza dei materiali. Grande esperto di dinamica molecolare “da principi primi” per la modellizzazione di sistemi e processi su scala nanometrica, dal 2008 era professore associato di scienza e tecnologia dei materiali all’ateneo giuliano e dal 2010 anche professore ordinario di fisica al King’s college di Londra.
Nella capitale inglese aveva conosciuto quella che sarebbe diventata sua moglie, Christine Garabedian, produttore della Bbc. La vita della coppia si divideva tra Londra e Trieste. «L’attività di ricerca – sottolinea il fratello Salvatore con la voce rotta dalla commozione – comporta sacrifici a tutti i livelli. La vita e la morte di Alessandro rappresentano un esempio per tutti, dimostrano cosa significa impegnarsi nello studio e nella ricerca con passione».
Fin da giovane Alessandro De Vita aveva dato tutto per la ricerca anche a costo di trascurare gli affetti più cari. «Alessandro – recita sempre la nota dell’università di Trieste – aveva studiato e collaborato con varie università europee tra le quali quelle di Keele, Oxford, Cambridge, e lo Swiss Federal institute of technology di Losanna. Era uno dei fondatori e l’attuale direttore del Thomas young London centre for theory and simulation of materials».
La sua scomparsa lascia nello sconforto molti colleghi e amici che in queste ore si stanno stringendo attorno alla moglie e alla famiglia. Tutti si preparano a partecipare alla cerimonia funebre per l’ultimo saluto. La data sarà fissata non appena la Procura avrà rilasciato il nulla osta. Non è escluso che sul corpo del professore venga disposta l’autopsia. Alessandro De Vita riposerà a Udine.
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