Addio alla madre coraggio di Alessia Trost
PORDENONE. Il cielo è terso, è una giornata di dicembre che sembra creata apposta per una di quelle passeggiate in montagna che lei amava tanto.
L’unico suono proviene dall’acqua della fontana, proprio di fronte a casa. Le teneva compagnia la mattina, quando usciva dal cancello, nella serenità del quartiere di Torre, in via Sabotino.
Ora lo scorrere di quell’acqua, che continua a zampillare vita, fa da sottofondo alle parole di Rudi Trost, marito e compagno di una vita.
L’atleta che la incontrò all’ex fiera tanti anni fa, lui giocatore di basket e lei di pallavolo, lui accorso in suo aiuto e lei infortunata. L’uomo che ne ha condiviso sensazioni, desideri e, fino all’ultimo, stati d’animo.
Lontani dai riflettori per natura, lui, allenatore alla Libertas Porcia, e ancor più lei, Susanna Forniz, 54 anni, già impiegata nei negozi di Sante Bongiorno, prima a Pordenone e poi a San Quirino.
Dal loro amore è germogliata Alessia Trost, persona, prima ancora che campionessa, forgiata con i valori dell’eccellenza, oggi più che mai necessari per superare l’ora più dura.
Rudi, dietro al cancello, forte come una roccia anche nel momento del dolore; e Alessia, rincasata per votare al referendum e imbattutasi nel weekend più difficile della sua giovane esistenza.
Susanna aveva 54 anni. Ha salutato questa vita all’esito di una lotta contro un male che, nel riserbo, combatteva da cinque anni.
Si era operata una prima volta, ma quel nemico subdolo era tornato, sotto altre forme, ancora più infido. Un secondo intervento non era bastato. Giovedì scorso il ricovero al Cro, domenica notte l’epilogo.
«Ricordo i viaggi, la Germania e l’Austria, che avevamo girato in lungo e in largo – sussurra Rudi – le vacanze in camper, i campeggi. Amava più la montagna, con i suoi silenzi, che il mare, dove magari andava la sera, quando c’era meno confusione».
Susanna aveva affrontato il suo male, il dolore per la perdita del cognato, solo 10 giorni fa, le critiche ingenerose piovute sulla figlia, nonostante il quinto posto alle ultime Olimpiadi con il cuore gravato dall’angoscia per le condizioni della mamma e del coach.
Da lei mai una parola fuori posto, mai un’accusa.
E mentre si susseguono i messaggi di cordoglio alla famiglia e il mondo dell’atletica si stringe intorno a Rudi e ad Alessia, è così che vogliamo ricordare Susanna. Per l’esempio, oggi merce rara, non per le parole.
Potremo dirle grazie, un’ultima volta, martedì 6 dicembre, alle 19, al rosario e mercoledì 7, alle 15, ai funerali, nella chiesa dei Santi Ilario e Taziano a Torre.
Il resto rimarrà custodito nei cuori di quanti hanno avuto il privilegio di conoscerla e apprezzarla. E forse, a ben vedere, lei stessa avrebbe preferito così.
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