Addio all’'imprenditore ed ex vicesindaco di Pavia Dino Omenetto: era positivo al Covid

PAVIA DI UDINE. La comunità di Pavia di Udine ha perso una delle sue colonne. Un pezzo della storia che si è incarnata in Dino Omenetto, uomo politico, imprenditore e presidente di numerosi sodalizi sociali ed economici che attraverso il suo carisma, la sua forza e passione, è stato un esempio e un punto di riferimento per molte generazioni di amministratori, imprenditori e semplici cittadini.
Dopo gli ultimi anni passati superando una serie di problematiche di carattere fisico, lunedì Dino Omenetto si è spento all’età di 93 anni all’ospedale di San Daniele, dove era risultato positivo al Covid-19.
Se n’è andato lasciando però un vivo e affettuoso ricordo in molti, non solo nella sua Percoto e a Pavia, ma in tutto il Friuli Venezia Giulia e anche a livello nazionale.
Fu vicesindaco per un decennio, dal 1970 al 1980 con l’allora sindaco Federico Luca; fu presidente di alcuni sodalizi locali, a partire dall’Asd Lauzacco; ebbe un ruolo di primo piano nell’organizzazione cooperativistica regionale, fondando nel 1964 il Consorzio cooperativo fra produttori avicoli della Regione Fvg e fu protagonista determinante della nascita, nel 1970, dell’Associazione nazionale allevatori avicoli e del Consorzio nazionale delle cooperative avicole, dove rivestì ruoli di primo piano.
Dino Omenetto partì dai lavori più umili come emigrato prima in Svizzera, poi in Francia e, infine, in Venezuela, dove avviò una solida attività imprenditoriale, prima nell’edilizia e poi nella ristorazione, e dove conobbe sua moglie Giuseppina. Seppure dall’altra parte del mondo, non mancò mai l’attaccamento alla sua terra e così rientrò nel 1961 a Percoto, dove con la moglie crebbe i suoi tre figli, Gianfranco, Cesare e Roberto, e avviò una nuova attività imprenditoriale nel settore avicolo, contribuendo alla crescita della sua comunità sotto le varie forme dell’associazionismo locale.
Molti conservano un ricordo vivido del segno che lasciò, a partire del sindaco Beppino Govetto: «Dino era una persona carismatica e autorevole e aveva una precisa visione della società, improntata ai valori dell’associazionismo. È stato un riferimento per intere generazioni e sono certo che in molti conserveranno un positivo ricordo».
A ricordarlo è anche Mauro Di Bert, già sindaco e ora consigliere regionale: «Era una persona dal tratto nobile, un vero signore, una persona determinante nelle scelte politiche locali degli ultimi 50 anni, che ha fatto molto per il suo territorio. Aveva un gran senso delle istituzioni e un gran rispetto, fino all’ultimo sempre presente a tutti i momenti istituzionali».
E infine il ricordo più profondo di suo figlio Roberto: «Mi diceva sempre di imparare da quelli che sanno di più e di ammirarli, di studiare e aiutare le persone perché la conoscenza e la condivisione sociale sono l’unica cosa che ti puoi portare sempre con te nella vita e nessuno te la può portare via».
I funerali saranno celebrati sabato 6 febbraio alle 11 nella pieve di Lauzacco.
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