Addio al maestro Bianchi: fondatore e presidente della Polisportiva Chions

Ermanno Bianchi, aveva 86 anni
Ermanno Bianchi, aveva 86 anni

Se n’è andato in silenzio, con la stessa discrezione con cui ha vissuto, Ermanno Bianchi, per tutti “il maestro Bianchi”. Ottantasei anni di rettitudine, rigore e dedizione che hanno lasciato un’impronta profonda nella comunità di Chions. Insegnante elementare, fondatore della Polisportiva, uomo di fede e di sport, di carta e memoria. Figura distinta, riservata, ma con una presenza capace di attraversare le generazioni.

Nato a Porto Ceresio, in provincia di Varese, cresciuto a San Giovanni di Polcenigo, arrivato a Chions nel 1964 dopo il matrimonio, ha insegnato nella scuola elementare dal 1973 al 1989. Più severo con i primi alunni, più tenero con gli ultimi, sino a diventare un nonno affettuoso e attento. Dopo la pensione, ha dato nuova linfa alle sue passioni: Azione cattolica, Centro turistico giovanile e Centro sportivo italiano.

Proprio con il Csi ha fondato nel 1972 la Polisportiva Chions, di cui è stato primo presidente e poi storico segretario. Conservava ogni dettaglio, anche il primo gol del primo campionato, ma già allora guardava oltre il calcio, con l’idea di una polisportiva aperta anche ad altre discipline. Fu una visione lungimirante: nacquero così le sezioni volley e basket.

Uomo d’ordine e di cultura, poco incline ai lavori manuali, ma instancabile nella burocrazia, è stato anche segretario dell’Associazione maestri cattolici e collaboratore de Il Popolo per la parrocchia. Amava raccogliere, classificare, conservare: la sua casa era un piccolo archivio di 50 anni di storia locale. Nel 2009 fu colpito da infarto, ma affrontò con tenacia altri quindici anni, sino a marzo scorso, quando un’influenza e poi una polmonite l’hanno costretto al ricovero.

La figlia Carla Bianchi, dirigente scolastica, lo descrive come un padre presente e affidabile, pronto a sostenere ogni necessità, soprattutto “tra le carte”. Grande organizzatore di viaggi, anche all’estero – Cina, America – aveva superato la paura dell’aereo per esplorare culture diverse, pur senza riuscire a raggiungere il fratello missionario in Africa. Conservatore nelle abitudini, ma curioso del mondo, ha fatto dell’attenzione agli altri la sua forma più autentica di generosità.

La comunità di Chions lo ricorda con gratitudine. «Quello che siamo oggi lo dobbiamo a te. Ciao Maestro», scrive la Polisportiva.

Sabato 12 aprile, alle 15.30, l’addio nella chiesa di Chions, dove venerdì 11 aprile, alle 19, sarà recitato il rosario. «Hai organizzato tanti viaggi nella tua vita – scrivono i familiari –, ora sei partito per un altro. Sii benedetto da tutto l’amore, il bene e il coraggio con cui hai vissuto».

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