Adescamento di minori, regista finisce in cella

Direttore del Piff, deve scontare un anno e 2 mesi di reclusione per un reato commesso nel 2014 in provincia di Novara

Era appena calato il sipario sul Pordenone international film festival, di cui è stato direttore artistico, mietendo successi, quando il regista Alessandro Varisco, 40 anni, originario di Arona e residente da alcuni anni nel capoluogo della Destra Tagliamento, è stato rintracciato nella sua abitazione e convocato alla stazione dei carabinieri di Pordenone, lunedì primo aprile.

Qui i militari dell’Arma hanno notificato al cineasta indipendente un ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Novara per adescamento di minorenni, reato che risulta commesso in un piccolo comune in provincia di Novara nel 2014. Cinque anni dopo i fatti, la giustizia è venuta a bussare alla sua porta.

Varisco è stato arrestato e portato in carcere a Pordenone: dovrà scontare un anno e due mesi di reclusione. Raggiunto telefonicamente lo studio legale di Verbania che lo assiste, non è stato possibile contattare il suo legale di fiducia per una dichiarazione perché ieri era impegnato in un’udienza in Cassazione.

«Per adescamento di minore – come specifica l’articolo 609 undecies del codice penale – si intende qualsiasi atto volto a carpire la fiducia del minore attraverso artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante l’utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione».

Se il fatto non costituisce più grave reato, l’adescamento nei confronti di un minore di sedici anni è punito con la reclusione, da uno a tre anni.

Ora personalità di spicco del mondo culturale pordenonese e volto noto in città e in provincia, dove è stimato e rispettato, Varisco è un regista e produttore indipendente nonché il presidente dell’associazione Cinemando, che ha sede in via Molinari a Pordenone. Anche il suo curriculum è di tutto rispetto: si è diplomato nel 2012 in regia cinematografica e televisiva con una tesi su Pier Paolo Pasolini e in precedenza ha lavorato come assistente di studio in programmi Rai. Si apprende dalle sue note biografiche su Mymovies che il nome d’arte “Ardi” gli è stato suggerito nel 2008 da Chiara Lubich, attivista cattolica e prima presidente del movimento dei focolari, in quanto «ardito coraggioso nel seguire le proprie idee». È per questo che sui social il regista si firma anche con lo pseudonimo.

Nel capoluogo della Destra Tagliamento si è fatto conoscere per il documentario sul bullismo “Così vicini così lontani”, prodotto nel 2017 e girato in provincia di Pordenone, per il quale era stato lanciato un casting fra i ragazzi. Per la serata inaugurale del Piff Varisco ha presentato invece fuori concorso il cortometraggio “Battiti”, incentrato sul tema delle dipendenze e girato in collaborazione con una scuola superiore della provincia.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto