Aeroporti del Nordest, la parola ai tecnici

L’assemblea dei soci della Catullo spa ieri ha chiesto di approfondire la trattativa con Save

VERONA. Trenta giorni di trattativa in esclusiva per realizzare il polo aeroportuale del Nordest. L’assemblea dei soci della Catullo spa, con il solo voto contrario della Camera di commercio di Brescia (3,085%) e l’astensione “tecnica” di quella di Vicenza (0,4%), ha dato mandato al Cda della società che gestisce gli scali di Verona e Montichiari di approfondire la trattativa con Save.

«L’assemblea ha preso atto, sulla base di quanto riferito dal Cda – si legge nella nota della Catullo – che tra tutti gli operatori di settore incontrati» per verificare l’interesse a entrate, come socio di minoranza, nel capitale della società «Save è stata quella che ha dimostrato interesse a valutare il progetto di sistema multi-aeroporto».

Un piano che «facendo lavorare in modo complementare ed efficiente gli aeroporti gestiti – ha sottolineato il presidente della Catullo, Paolo Arena – sfrutta le potenzialità e le sinergie espresse dal raggruppamento, accelerando lo sviluppo di ciascuna infrastruttura e rispondendo in modo adeguato alla domanda attuale e futura di traffico».

La palla passa ora ai tecnici. Da subito a un tavolo chiamato a sciogliere le ultime riserve sulla possibilità di procedere all’apertura del capitale attraverso trattativa privata. L’offerta della società veneziana guidata da Enrico Marchi prevede, infatti, due fasi.

La prima con un concambio azionario tra Save e Catullo sulla base di un rapporto di uno a nove: in pratica, il gestore degli aeroporti di Venezia e Treviso acquisterebbe il 5% della Catullo pagandolo con lo 0,55% di Save. In seguito, poi, si darebbe corso a un aumento di capitale riservato della società veronese per consentire a Save di salire fino al 35%. Si parla di un impegno complessivo da 25 milioni.

Acquisiti i necessari pareri legali sulla regolarità della procedura si aprirà una fase di verifica dei conti (due diligence) al termine della quale la società di Marchi sarà chiamata a formulare un’offerta vincolante. Il tutto entro il 30 settembre.

A quel punto sarà convocata una nuova assemblea dei soci veronesi che si dovrà esprimere, in modo definitivo, sull’alleanza con Save. Agli azionisti è stato spiegato che presidente e d.g. hanno verificato l’interesse a una partnership con aeroporto di Monaco, fondo F2i, Sacbo (società che gestisce Orio al Serio), il fondo australiano Amp Capital e Save ma che solo quest’ultima si è fatta avanti con «un’offerta seria e concreta degna di questo nome» ha precisato il direttore generale della Catullo Carmine Bassetti.

Spiazzati dall’accelerazione con Save, lunedì sera sono arrivate sul tavolo di Bassetti anche delle generiche manifestazioni d’interesse di Sacbo, Abem (società che riunisce il mondo economico bresciano e che aveva stretto un accordo con Sacbo per partecipare a un’eventuale gara europea per la concessione di Montichiari) e dalla Corporacion America di Eduardo Eurnekian.

«Ma l’unica offerta concreta e credibile è quella di Save – ha ribadito Arena –. Partiamo da qui e da un progetto che può creare valore per tutti. Se il percorso non andrà a buon fine valuteremo altro. È chiaro, però, che se Sacbo e Abem vogliono farsi avanti prima devono fare un esame di coscienza. Ci sono due ricorsi, da parte di queste società, nei nostri confronti. Decidano cosa vogliono fare di questi».

I paletti messi dalla Catullo sono chiari: la maggioranza deve rimanere agli attuali azionisti e sviluppo secondo il piano della Catullo che prevede un aumento di capitale da 30 milioni e 20 milioni di nuovo debito.

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