Affitti, a Gorizia chiesti aiuti per 900 mila euro

Da inizio anno sono state 399 le domande da parte di famiglie che non riescono a pagare il canone di locazione
Bumbaca Gorizia 05.06.2012 Recupero Ater via Mazzini - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 05.06.2012 Recupero Ater via Mazzini - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GORIZIA. Ben 399 sono state le domante pervenute nel 2012 al Comune per accedere ai contributi integrativi per il pagamento degli affitti: la richiesta complessiva di contributi sfiora i 900mila euro. Un altro segnale delle difficoltà economiche che tante famiglie goriziane stanno attraversando in questo periodo.

Pur in tempi di Imu, non vanno dimenticate infatti le migliaia di cittadini che non possiedono la casa in cui vivono e hanno sempre più problemi a pagare i canoni di locazione. Ecco allora che l’amministrazione municipale ha deciso di mettere a disposizione una somma pari a 100mila euro (per la precisione 100.125) quale quota di compartecipazione al fondo nazionale e regionale.

Delle 399 domande presentate, il Comune ne ha accolte 345, mentre 34 sono state escluse dal contributo: il “fabbisogno” complessivo di contributi, considerando soltanto le domande accolte, ammonta dunque a 874.454 euro.

Tra le 345 domande accolte il Comune ha ritenuto di ammetterne con riserva 12, presentate da cittadini extracomunitari o da italiani che non sono risultati residenti nella nostra regione da almeno due anni, così come prevede la normativa in vigore.

La legge regionale 18 del 2011 prevede infatti che possano accedere al contributo i cittadini italiani, comunitari o con permesso Ce per lungo soggiornanti, purché residenti da almeno 24 mesi nel territorio regionale. Le domande in questione sono state comunque conteggiate nel fabbisogno complessivo, ma separate e specificatamente evidenziate nella comunicazione inviata in Regione.

L’amministrazione comunale, come sottolinea l’assessore al welfare e alle politiche della casa, Silvana Romano, ha deciso in considerazione del numero di richiedenti di mettere a disposizione 100.125 euro, pari all’11,45% del fabbisogno comunale per il fondo nazionale e regionale. Da ricordare che le risorse statali e regionali per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione sono assegnati ai Comuni nella misura del 75% del fabbisogno accertato, mentre il rimanente 25% viene trasferito sulla base delle risorse aggiuntive destinate dagli stessi Comuni.

Intanto, a proposito bisogni alloggiativi, in tempi di crescenti difficoltà economiche per tante famiglie l’edilizia assistita costituisce un punto di riferimento essenziale. A tale proposito, il presidente dell’Ater di Gorizia, Pietro Zandegiacomo Riziò, ha annunciato che martedì saranno consegnati 19 nuovi alloggi di edilizia sovvenzionata e locali commerciali in pieno centro storico, per la precisione in via Mazzini: si tratta delle palazzine ai numeri civici 5 e 7 recentemente ristrutturate con fondi Ater e regionali.

Intanto lo stesso presidente dell’Ater, Pietro Zandegiacomo e il direttore, Massimiliano Liberale, nei giorni scorsi hanno incontrato una delegazione del Sunia, composta dal segretario provinciale, Sergio Donda, Arnaldo Zonch e Renato Bagolin.

Nel corso del confronto sono stati affrontati i problemi riferiti al commissario unico per le cinque Ater della regione: i rappresentanti del Sunia hanno espresso «viva preoccupazione e netta contrarietà» all’ipotesi, ritenendo «assurdo» affidare la gestione di questo patrimonio pubblico a un unico commissario per l’intero Fvg.

Il Sunia ha rimarcato come le realtà culturali, economiche, il fabbisogno abitativo, oltre allo stato degli immobili, siano completamente diversi all’interno della regione. «Un unico commissario - è stato sottolineato da parte del sindacato - renderebbe difficile la gestione anche nei confronti del personale in considerazione dei timori per il futuro occupazionale».

Infine il tema dell’Imu. Nell’incontro si è confidato «nella sensibilità sociale del Comuni della provincia nell’applicazione delle aliquote d’imposta che, se elevate, potrebbero costringere l’Ater ad aumentare gli affitti, limitando altresì la necessaria manutenzione degli alloggi».

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