Aggredita dagli alani ottiene maxi-risarcimento

I capi appartengono al vicino di casa ma l’uomo aveva incolpato i ladri

PORDENONE. Galeotte furono la mancata copertura assicurativa dei due possenti alani e la negligente custodia. Con queste motivazioni R.F., 54 anni, di Pordenone è stato condannato a una pesante sanzione dal giudice di pace cittadino.

L’uomo era accusato di lesioni colpose ai danni di un’anziana che la mattina del 22 maggio 2011 era stata brutalmente aggredita dai due cani dell’imputato. I fatti erano avvenuti attorno alle 7 del mattino in un’area residenziale di Pordenone.

M.R., 75 anni, stava curando il giardino quando gli alani sbucarono dal nulla. In pochi secondi la donna fu spinta a terra, morsicata e calpestata. Ne seguirono più di 100 giorni di prognosi tra fratture, contusioni e ferite. La sera stessa dell’episodio il vicino si recò dai carabinieri a denunciare un tentativo di furto ai suoi danni.

Nella segnalazione all’Arma il futuro imputato parlava di un taglio alla rete confinaria ma, giunti sul posto, i militari della Benemerita non riscontrarono nulla di particolare. Nella denuncia non era stato fatto neppure riferimento all’aggressione patita la mattina stessa dalla vicina e, comunque, la rete era risultata più bassa di quanto sostenuto.

Così alla fine il giudice Alessio D’Andrea ha condannato R.F. a mille euro di multa e al pagamento di più di 2 mila euro di spese per l’avvocato Marco Zucchiatti, difensore della persona offesa. All’anziana è stata anche riconosciuta una provvisionale immediatamente esecutiva di 5 mila euro: per il risarcimento vero e proprio, che si presume vicino ai 25 mila euro, occorrerà attendere il separato processo civile a cui le parti sono state rinviate.

E’ probabile che il pordenonese, assistito dall’avvocato Francesco Maiorana, proponga appello contro la dura condanna subita ma resta la circostanza della mancata assicurazione di due cani di grossa taglia che, secondo alcune testimonianze, altre volte erano fuggiti dalla casa. Se confermata anche in secondo grado, la sentenza rischia di costare molto a R.F., che non potrà rivalersi su alcuna compagnia assicurativa per quanto sborsato.

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