Aggredito e pestato da due rapinatori

Pravisomini, Renato Tonon è stato affrontato nella notte mentre rientrava a casa. Ha 4 costole e un dito fratturati

PRAVISDOMINI. Sconcertante episodio in via della Meduna a Frattina di Pravisdomini. Vittima una persona molto conosciuta, Renato Tonon, 56 anni, originario di Annone Veneto, pensionato dopo essere stato per molti anni falegname alla Euro Components.

Poco dopo le 3 della scorsa notte Renato Tonon, al rientro a casa, è stato affrontato da due malviventi che l’hanno rapinato di un orologio d’oro e di un braccialetto. Il bottino della rapina ammonta a circa 5mila euro. Ma quel che è peggio è che Renato Tonon è stato picchiato: ha subìto la frattura di 4 costole e di un dito della mano sinistra. Dopo essere stato soccorso da un’ambulanza dell’ospedale di San Vito, è stato ricoverato a Pordenone.

I banditi hanno agito con una brutalità. Ad assisterlo ieri la sorella Annamaria, che abita poco distante, il fratello Bruno, con cui abita, e l’altro fratello, Ennio, volontario della protezione civile di Annone Veneto.

Le indagini sono affidate alla stazione dei carabinieri di Azzano Decimo, con la preziosa collaborazione della stazione di Annone Veneto. Chi ha compiuto la rapina? È una domanda ci stanno cercando di rispondere gli inquirenti. Infatti hanno agito in due, e sono scappati su una Smart bianca. In zona esistono due esemplari, ad Azzanello di Pasiano e ad Annone Veneto. Apparterrebbero a due nomadi stanziali. Tra l’altro è la seconda rapina che la famiglia Tonon subisce, il primo colpo risale a 5 anni fa quando il padre dei due fratelli fu addormentato con lo spray e poterono rubare i soldi della pensione all’anziano genitore, aggredito nel sonno.

Renato Tonon, che vive con il fratello Bruno in via della Meduna, stava rientrando dopo un tranquillo sabato sera, trascorso con gli amici a Barco. Arriva sul cancello di casa alle 3. Lo apre, entra con la macchina nel piccolo giardinetto. Poi scende dalla vettura e richiude il cancello. Nel silenzio della notte ode alcuni passi sulla ghiaia, un rumore che proviene alle sue spalle. Erano i ladri. Si erano nascosti dietro l’abitazione, dove ci sono i campi di proprietà di Renato e del fratello.

«Chi siete? Lasciatemi stare», implora Renato, mentre viene trascinato nell’orto. Ma i banditi non proferiscono alcuna parola. «Aiuto, Bruno, vieni giù». Ma il fratello dorme e non sente. «Avevo sentito delle voci provenire da fuori – ha rammentato più tardi Bruno Tonon – ma non avevo realizzato fosse mio fratello». I ladri vogliono i soldi, ma non li trovano. E così massacrano a calci e pugni, selvaggiamente, il malcapitato. I banditi si sono accontentati di un orologio e di una catenina, entrambi d’oro. Poi sono fuggiti.

Dolorante, Renato Tonon è riuscito a scorgere la macchina dei banditi. Poi ha raggiunto la camera del fratello, per dare l’allarme.

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