Aggressione alla Favorita: identificati tre giovani
SPILIMBERGO. Avrebbero le ore contate i giovani albanesi autori del brutale pestaggio ai danni del ventitrenne spilimberghese Alessandro Acampora, avvenuto nella notte a cavallo tra mercoledì e giovedì nel parcheggio antistante l’impianto natatorio comunale della Favorita.
Le indagini dei carabinieri della compagnia di Spilimbergo, al comando del maggiore Francesco Dotto, avrebbero già portato all’identificazione di tre dei sette giovani che sarebbero coinvolti nell’aggressione. Si tratta di persone con precedenti, già note alle forze dell’ordine.
Per loro si profilano, per ora, il reato di lesioni personali gravi: la prognosi è di trenta giorni. Le indagini, tuttora in corso da parte degli uomini degli Arma, dovrebbero portare in tempi brevi all’identificazione degli altri aggressori.
Nel pomeriggio di ieri, intanto, il giovane spilimberghese, è stato sottoposto ad un intervento di chirurgia maxillo-facciale per la ricostruzione dello zigomo e della mascella. Lo aspetta un lungo periodo di degenza che lo segnerà ancora di più nell’animo, come racconta il padre Guido, titolare a Spilimbergo della storica pizzeria “Da Pasqualino”.
Almeno uno dei ragazzi coinvolti nella rissa sarebbe non solo un suo conoscente ma anche un compagno di squadra del fratello maggiore del ventitrenne
. Pure Alessandro è una giovane promessa del calcio locale, con alle spalle già una carriera di tutto rispetto avendo vestito, nel ruolo di portiere, le casacche di alcune delle società più blasonate della destra e sinistra Tagliamento: dall'Unione sportiva Spilimbergo al Casarsa, dalla Liventina Gorghense al Fagagna, in Promozione, fino al passaggio, nell'ultimo campionato, fra le fila della Nuova Sandanielese dove si è distinto come il portiere meno battuto della Regione, dando il proprio contributo al salto di categoria dei collinari del “patron” Luciano Lizzi, dalla Terza alla Seconda Categoria. Campi di calcio, da cui, vista la situazione, dovrà restare lontano a lungo.
Stando alle prime testimonianze, risultano ancora non del tutto chiari i motivi che avrebbero portato all’aggressione del giovane. Se su qualche parola di troppo e lo scambio di qualche ceffone con un giovane albanese (che non risulterebbe nemmeno far parte del branco che lo avrebbe aggredito) durante la festa, ci sarebbero pochi dubbi, quant’è avvenuto a distanza di diverse ore dall’episodio ed in un luogo isolato, lo potranno rivelare solo gli interrogatori delle persone direttamente coinvolte.
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