Ragazzina aggredita dal branco, lo psicologo: «Le baby gang sono uno sfogo per la rabbia»
L’allarme del presidente dell’Ordine, Calvani: mancano gli spazi per i più giovani, serve un’educazione all’uso dei social
«Mancano spazi di relazioni vere, agli incontri reali si preferiscono quelli virtuali e gli adolescenti sono più fragili e insicuri: le baby gang sono un modo per tirare fuori la rabbia verso un mondo che faticano ad accettare». A sottolinearlo è il presidente dell’Ordine degli psicologi del Friuli Venezia Giulia, Roberto Calvani.
Presidente le aggressioni di gruppo anche tra giovanissimi sembrano in aumento.
«Sì, purtroppo gli episodi di violenza sono una piaga costante e in continuo aumento, con le baby gang che fanno presa su ragazzini fragili, con una personalità debole che cercano una via per sfogare la rabbia accumulata verso un mondo che faticano ad accettare e che non gli offre sicurezza e prospettive».
Rispetto al passato, le aggressioni vengono quasi sempre postate sui social o comunque filmate e condivise, in quella che spesso diventa un’autodenuncia. Come se lo spiega?
«Perché ogni video aumenta i like, la realtà virtuale conta più di quella reale. Si agisce per avere un riscontro dai social senza rendersi conto che aggredire una ragazzina può provocare dei drammi».
Come intervenire per contrastare il fenomeno?
«Credo che sia necessario fare una vera e propria educazione ai social. Oggi i giovanissimi rischiano di vivere anche le relazioni, i tradimenti e le gelosie in un mondo virtuale. Ci si conosce sui social dove le immagini vengono modificate e poi non si è in grado di gestire una relazione vera dal punto di vista dell’emotività, dell’affettività e della sessualità».
E per favorire le relazioni “vere”?
«Servono spazi e momenti di aggregazione per i giovani che oggi mancano».
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