Ago, filo e cristalli: dalle mani di Carmen escono pezzi unici richiesti nel mondo

I suoi gioielli li tesse. A mano. Con ago e filo. E la trama la impreziosisce unicamente con cristalli giapponesi, Swarovski, pietre naturali o pietre preziose. In gergo si chiama «Bead Weaving», cioè tessitura di perline. E quello che è nato come un hobby oggi è diventato il suo lavoro. Tutto è accaduto nel giro di meno di tre anni. La «tessitrice» è Carmen Beyer, classe 1969, mamma brasiliana e papà texano, nata e cresciuta in Germania. Alle spalle studi classici, avvicinandosi anche a musica, danza, pittura. Oggi, «per amore», vive in Friuli, a Cividale, dopo aver abitato per 20 anni a Trieste.
Fin da piccola ha creato con le mani. «Ho sempre provato a fare di tutto, spaziando dal disegno all’uncinetto fino al restauro di mobili». La definisce una necessità. «Mi fa stare bene».
La creatività – fin da quando ha memoria, dice – è sempre stata una «costante» nella sua vita. «Una sorta di antidoto contro le cose brutte del mondo». E sempre coltivata in parallelo con l’attività lavorativa. «Che sia stata quella di fiorista o di guardia giurata». Poi la svolta. «Creavo bigiotteria per me stessa». Da sempre affascinata dal connubio fantasia e manualità.
All’inizio erano pizzi nei quali ha provato a inserire alcune pietre. «Lavorare all’uncinetto, a lungo andare, diventa però ripetitivo». Così, il timore di annoiarsi ha portato Carmen a destreggiarsi unicamente con minuscoli cristalli. E in breve quelle creazioni, grazie ad un’amica affascinata dalle sue cascate di perle – «Non sembra, ma pesano pochissimo» –, sono state esposte in alcuni negozi del centro cittadino cividalese.
Il passo successivo, una start-up promossa dal Rotary Club. Un progetto che le ha consentito di mettersi in proprio – «Inizialmente ho allestito il laboratorio in casa» –, fondando la «Cabe’s Luxury Bijoux» e proponendo i suoi gioielli in alcuni punti vendita della provincia, compresa una gioielleria di Trieste.
Poi c’è stata la partecipazione a una mostra. L’associazione culturale Altern-Attiva di Cividale l’ha voluta tra i suoi espositori per un paio di settimane. L’interesse suscitato le ha fatte diventare cinque. Era marzo del 2018. Da allora le opere di Carmen non sono più uscite dalla sede del sodalizio di via Candotti 3, accanto al Duomo cittadino di Santa Maria Assunta.
«Mi riempie di orgoglio il fatto che i miei gioielli siano in esposizione permanente nel chiostro di quella che si presume sia la più antica chiesa cristiana di Cividale, risalente all’anno Mille, scoperto per caso dopo il terremoto del 1976». Uno scenario suggestivo per i suoi pezzi unici.
«Non realizzo mai uno stesso gioiello due volte. Per scelta». E la particolarità non sta solo nell’esclusività delle creazioni e nel fatto che Carmen si destreggi unicamente con ago e filo (super resistente), senza ricorrere a colla, plastica o ferro. I suoi preziosi «tessuti» – non si tratta di gioielleria ma di alta bigiotteria, «perché l’oreficeria presume fusione, tecnica ben lontana dalla mia», specifica – , nascono senza un progetto alle spalle. Di getto. Come la collana Matrix, fatta in contemporanea con due aghi. Uno per mano. E con 3.200 micro cristalli giapponesi Miyuki e 680 Swarovski.
Sperimentare è la sua parola d’ordine. «Non disegno nulla. Quando ho in testa un’idea inizio a creare e vado avanti finché ho finito». Lasciandosi ispirare dalle forme presenti in natura. Ma anche dalla simbologia nordica e da quella azteca. Così collane, bracciali, orecchini e anelli (nella collezione ci sono pure piccoli scrigni) possono rappresentare alberi, ali di uccelli, farfalle, fiori, serpenti. «Ma anche qualcosa che ancora non c’è, che non esiste».
I gioielli prendono così forma tra le sapienti mani di questa artista della bigiotteria di alta qualità. Perla dopo perla, punto dopo punto, ora dopo ora. Ce ne sono volute 370 per la collana «Notte stellata di Van Gogh» con la quale a luglio ha partecipato per la seconda volta a un concorso internazionale in Oregon. Anche in questo caso una giuria di specialisti l’ha selezionata tra i finalisti, così come era accaduto un anno prima, quando in America aveva spedito le collane «Blooming meadow» (Prato fiorito) e «Queen’s garden» (Giardino della regina), 360 ore di lavorazione la prima, 290 la seconda.
Insomma, vere e proprie opere d’arte di cui hanno parlato anche prestigiose riviste americane del settore. Soffermandosi sulla particolarità e sull’originalità della raffinata tecnica che fa del sicuro intreccio di fili, cristalli e fantasia l’inconfondibile biglietto da visita di Carmen. La paziente tessitrice che ama oltre misura la musica metal, spesso sottofondo delle sue giornate lavorative.
«Due mondi che potrebbero sembrare lontani, ma così non è. Sono entrambi sinonimo di libertà di espressione, che è poi l’ingrediente principale di tutto quello che faccio». Una caratteristica che, sottolinea con orgoglio, è riuscita a trasmettere anche ai suoi due figli, di 21 e 25 anni. Uno studia da regista, l’altro crea colonne sonore per pubblicità e videogiochi. A loro volta orgogliosi di quanto sta facendo la mamma. E a ragione.
In meno di tre anni di attività – «E più o meno 15 ore di lavoro al giorno» – i sofisticati gioielli firmati «Cabe’s Luxury Bijoux» sono oggi richiestissimi in ogni dove. Una delle ultime creazioni di Carmen – un tricorno di Odino tutto in cristalli e palladio – è appena stata spedita in Texas, ma gli ordini arrivano giornalmente oltre che dagli Stati Uniti anche da tutta Europa. «Mi chiedono pezzi che vedono sul mio sito, oppure nuove realizzazioni. Cerco sempre di accontentare le richieste, purché non sia quella di ripetere qualcosa che ho già fatto».
Ogni pezzo che esce dalla sua bottega, infatti, è corredato dal certificato di autenticità – grazie al materiale prezioso da cui nasce – , e da quello di unicità. Mai uno uguale all’altro. Una regola sulla quale non è intenzionata a cedere. Nemmeno di fronte a cospicue offerte di denaro, come già più volte accaduto. «Non faccio doppioni. Ciascun gioiello ha la sua storia. Che racchiude un pezzo della mia vita e parte del mio tempo. Mi piace che questo concetto “arrivi” a chi poi lo indosserà». All’inizio, ammette, persino le dispiaceva separarsi dalle sue produzioni.
Di recente i «suoi» cristalli sono stati tra i protagonisti dell’evento «Quando l’arte… incontra il Castello di Susans», sfilando nelle sale di quella che fu la residenza del Conte Fabrizio di Colloredo. Ne è nata una trasmissione per il canale 180 di Sky, «Class Tv Moda». Da sabato 12 gennaio, i «Cabe’s Luxury Bijoux» saranno invece a «Pordenone Arte», la mostra mercato di arte moderna e contemporanea dove si potranno ammirare fino a domenica 20 gennaio. E dove si potranno vedere all’opera le sapienti mani di Carmen. Che in futuro saranno impegnate a rispondere alle richieste già pervenute dal mondo del pattinaggio professionistico su ghiaccio.
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