Al Fvg destinate 50.094 dosi di vaccino anti-Covid. Fedriga: Regione pronta a fine dicembre

Il governatore: «L’ipotesi del piano vaccinale vede già pronte le nostre strutture regionali e ci auguriamo un’alta adesione». Si partirà dagli operatori sanitari ma c'è l'incognita adesioni

UDINE.  L’avvio della campagna di vaccinazioni anti-Covid 19 sarà anticipato, questo ormai è certo. Non alla metà di gennaio, ma prima, molto prima. Perchè ogni giorno in più che passa è un giorno regalato al virus, che sta imperversando ancora, nonostante i sacrifici fatti e le precauzioni adottate. E così la Regione Friuli Venezia Giulia si è detta pronta a iniziare già alla fine di dicembre, nella settimana subito dopo Natale, se le preziose fialette saranno messe a disposizione dalle autorità. A gennaio via libera ai vaccini anti-Covid in Fvg: da quando sono disponibili, chi saranno i primi e come avviene la somministrazione]]

Lo hanno confermato il presidente Massimiliano Fedriga e il suo vice Riccardo Riccardi nell’ambito della conferenza Stato-Regioni, svoltasi nella consueta modalità online, e alla quale hanno partecipato i ministri Speranza e Boccia e il commissario straordinario Arcuri. Fedriga, ai microfoni della trasmissione radio “Un giorno da pecora”, ha accennato anche alla questione chiusure nel periodo natalizio e si è detto favorevole a restrizioni più marcate di quelle attuali dal 26 dicembre al 6 gennaio.

Tutto quello che c'è da sapere sul piano vaccini Covid: chi saranno i primi a ricevere la copertura, quando e le farmacie coinvolte

  • Vaccinazioni al via


Sono 50.094 le dosi di vaccino Pfizer che spetteranno al Friuli Venezia Giulia per il debutto della campagna. Lo ha comunicato il commissario Arcuri ai presidenti delle Regioni. Un po’ meno rispetto a quanto si ipotizzava fino a mercoledì 16 (56 mila dosi), ma comunque un quantitativo utile per partire con gli operatori sanitari (medici, infermieri, assistenti ospedalieri) che sono in prima linea nella lotta al Covid.

«L’ipotesi del piano vaccinale presentato dal governo - ha dichiarato Fedriga - con una previsione di inizio nei primi giorni di gennaio che potrebbe essere anticipata a fine anno, vede già pronte le nostre strutture regionali e ci auguriamo un’alta adesione».

PER APPROFONDIRE

 

Quella dell’alta adesione è una prospettiva che appunto gli amministratori si augurano, ma non è scontata. La profilassi è su base volontaria e quindi sarà impossibile costringere qualcuno a sottoporsi alle iniezioni (c’è anche un richiamo dopo 21 giorni dalla prima somministrazione).

E se prendiamo i dati dei sanitari che si sono sottoposti all’antinfluenzale - circa il 20%, cifra molto inferiore rispetto a quella del resto della popolazione - c’è poco da stare allegri. Naturalmente tutti sperano che, vista l’eccezionalità del momento e la pericolosità dell’infezione da Covid 19, ci sia una forte sensibilizzazione a vaccinarsi. «I frigoriferi per custodire il vaccino li abbiamo - racconta l’assessore alla Salute Riccardi -. Il vaccino sarà quindi conservato nei siti nei quali verrà depositato, cioè negli ospedali di Udine, Pordenone, Trieste, Monfalcone e Tolmezzo. Intanto noi partiremo con l’anagrafe della volontarietà, c’è una importante macchina organizzativa da mettere in piedi in tempi rapidi».

Per quanto riguarda il personale che dovrà materialmente vaccinare la cittadinanza, per il momento si provvederà con chi è in organico attualmente, ma Arcuri ha fatto dei bandi specifici per le assunzioni straordinarie. «Personale aggiuntivo - conferma Riccardi - dovrebbe arrivare dalla gestione commissiariale». La campagna di vaccinazione di massa, quella in cui faranno la loro comparsa i famosi gazebo con la primula, comunque, non partirà prima di febbraio-marzo.

La priorità, ora, è quella di mettere in sicurezza gli ospedalieri e poi gli ospiti delle case di riposo, anziani che stanno pagando un prezzo altissimo al Covid 19. Dopo queste due categorie si procederà con le persone fragili, gli ultra 80enni, e via via tutti gli altri. A livello nazionale la Pfizer garantirà, nella prima fase, circa 1,8 milioni di dosi all’Italia, mentre la seconda fornitura ne prevede 2,5 milioni. Dopo il V-Day europeo con alcune somministrazioni simboliche nello stesso giorno – come concordato dall’Italia tra i ministri della Salute di Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Olanda, Spagna e Svizzera – nei primi giorni del 2021 (o forse già entro la fine del 2020), sempre se l’Ema darà il via libera il 21 dicembre, ci sarà la partenza vera e propria.

  • Le nuove restrizioni


Durante la riunione di ieri mattina tra il Governo e le Regioni «non è stata fatta un’ipotesi specifica» rispetto ai giorni di chiusura nel periodo natalizio. «Immagino che un’ipotesi potrebbe essere, secondo me, dal 26 dicembre al 6 gennaio. Una situazione nella quale si riesce a tenere assieme le esigenze lavorative del commercio con le esigenze di sicurezza».

Lo ha detto il presidente Fedriga, ai microfoni di “Un giorno da pecora” su Radiouno. Fedriga ha spiegato che il periodo indicato «non è la massima espressione del commercio, perché di solito uno fa gli acquisti prima di Natale. Diverso per i ristoranti che rischiano di essere “massacrati”». A questo proposito, il presidente del Fvg ha poi ricordato che «se il Governo ravvisa la necessità di chiusura durante il periodo festivo» allora «servono ristori totali».

«Se chiediamo un sacrificio utile a determinate categorie non la possono pagare solo loro - ha concluso Fedriga - o fanno immediatamente una misura che vada a coprire in maniera integrale le perdite, oppure è difficile sostenere rispetto al mondo produttivo questa scelta». In ogni caso, ci saranno nuove restrizioni per evitare che la curva dei contagi possa riprendere vigore.
 

Argomenti:coronavirus

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto