Al pronto soccorso pazienti Covid in fila: da quattro giorni in 25 attendono di essere ricoverati

UDINE. In attesa, anche da quattro giorni prima di essere ricoverati. Venticinque pazienti Covid aspettano che si liberi un posto letto. E intanto restano collocati provvisoriamente al pronto soccorso di Udine. Dove la pressione resta alta. Lo conferma anche il direttore Mario Calci.
Pazienti in attesa
«Come molte altre strutture – dichiara – siamo sotto pressione per l’elevato numero di persone in attesa di essere ricoverate. Pazienti di gravità diversa e di differente fascia d’età». Il pensiero corre al ritorno del Fvg in zona gialla e Calci non nasconde una certa preoccupazione. «Non dobbiamo abbassare la guardia altrimenti – afferma – avremo un’altra fase di ascesa di contagi e ricoveri che potrebbe mettere seriamente a rischio la tenuta del sistema sanitario. C’è bisogno che tutti facciano attenzione».
Le accuse della Cgil
Intanto i sindacati vanno all’attacco. «Non si tenti di scaricare le responsabilità sulla Cgil, sempre in prima linea nel denunciare le carenze di organico in Asufc già dal 2009. Se l’emergenza ha raggiunto le attuali dimensioni, le responsabilità sono della Regione e della direzione generale dell’Azienda, che devono attivarsi subito per ampliare in modo strutturale le piante organiche e ridare un assetto organizzativo adeguato agli ospedali, ai dipartimenti di prevenzione e alle strutture territoriali».
Il segretario della Cgil di Udine Natalino Giacomini e il segretario generale della Funzione pubblica Andrea Traunero non chiedono dimissioni ai vertici dell’Azienda sanitaria Friuli centrale ma una serie di richieste per potenziare il personale. Tra i punti critici: «I ritardi nel sistema dei tracciamenti, scarse condizioni di sicurezza per i dipendenti, chiusure di reparti e di strutture, vedi la chirurgia di San Daniele o di Cividale, sovraccarico di lavoro nei pronto soccorso e nelle medicine d’urgenza».
Le proposte della Cisl
Azioni mirate per fronteggiare l’emergenza implementando il personale e garantendone la sicurezza. Lo chiede al direttore generale dell’Asufc Massimo Braganti anche il gruppo dirigente Cisl Fp. «Negli ultimi 30 giorni – ha dichiarato – la crescita esponenziale dei casi positivi sul territorio udinese ha determinato un numero alto di ricoveri, di decessi e di personale positivizzato.
Le autorità dovrebbero richiedere il supporto di medici, infermieri e operatori socio sanitari della sanità militare e Croce rossa e del personale di altre realtà meno in difficoltà gestito dai bandi della Protezione civile». In attesa dei rinforzi esterni è necessario «predisporre un avviso di disponibilità interna aziendale per infermieri e oss che su base volontaria si trasferirebbero per supportare i colleghi delle realtà con criticità.
Parallelamente con risorse del bilancio aziendale e/o regionale, per le mancate assunzioni, si chiede di monetizzare con tariffazione delle prestazioni aggiuntive extra-orario di lavoro i dipendenti che su base volontaria si rendono disponibili a fare turni di 12h (con le doverose pause) o turni aggiuntivi in primis nelle aree Covid».
Le repliche dell’Azienda
«La Cisl pone delle proposte – ha dichiarato Braganti – che noi abbiamo già preso in considerazione attivandoci per reperire personale a livello nazionale, tramite la Protezione civile, la sanità militare o le associazioni di volontariato dal momento che abbiamo mandato i nostri professionisti a supporto delle residenze per anziani o della Croce rossa.
La ricerca del personale è costante da mesi e non abbiamo mai sottovalutato questa criticità, questo deve essere chiaro e non accetto le accuse di inerzia. Anche sul fronte dei ricoveri, il problema non è la carenza dei posti letto ma del personale che gestisca i reparti».
A questo proposito entro la fine del mese entreranno in servizio 43 infermieri. «In questa fase per aiutare il personale sanitario – ha poi affermato – i cittadini devono rispettare le regole evitando gli assembramenti come quelli che ho visto in alcuni supermercati». —
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