Al via i primi 500 vaccini per il personale dell'università e i dottorandi: «Giorno della speranza»

Dosi destinate agli under 55: ha aderito il 70 per cento. Si arriverà a 800 iniezioni La felicità dopo la somministrazione: «Così potremmo lavorare in sicurezza»

UDINE. «Questo è un giorno di speranza». La speranza per Denise Bruno, 29 anni, dipendente tecnico amministrativo dell’ufficio orientamento dell’ateneo friulano, è quella di riabbracciare presto i suoi genitori che abitano a Latina e che non vede da mesi. Ha appena ricevuto all’ospedale cittadino la prima dose del vaccino AstraZeneca.

Lei, come altri 500 tra docenti, ricercatori, dottorandi under 55 dell’Università di Udine. L’adesione tra il personale dell’ateneo in questa fascia d’età è stata del 70 per cento: al termine delle seconda giornata dedicata alle vaccinazioni – in programma il prossimo giovedì – saranno in tutto 800 le persone coinvolte. «Sono contentissima – aggiunge Denise – e mi sento molto fortunata. Dall’emozione mi sono svegliata alle 4 del mattino con un senso di gratitudine nei confronti della scienza, della ricerca e del luogo in cui lavoro che mi ha dato questa possibilità».

Via alle vaccinazioni ai docenti e al personale dell'Università di Udine: saranno somministrate 500 dosi di Astrazeneca
In tarda mattinata scatta l’apertura della campagna vaccinale che interessa il personale dell’Università. I primi in lista attendono il loro turno. Tra di loro c’è Francesca Aita, 31enne, dipendente amministrativo. «È un passo importante – commenta mentre attende in fila –, sono felice che l’Università ci abbia dato questa possibilità». Ci sono quattro step prima di giungere all’ambulatorio della vaccinazione.

Il primo, all’ingresso dell’ospedale, dove vengono richiesti documento, consenso e tesserino sanitario. Segue l’accettazione nei sette sportelli attivi in cui nel sistema di prenotazione Cup Web si fissa l’appuntamento per la seconda dose e su Siasi viene caricata la documentazione. A quel punto ci si dirige nell’area operativa dove avvengono le somministrazioni. Prima però c’è un ulteriore controllo. Accertati i dati, la persona viene indirizzata in uno dei cinque ambulatori vaccinali (tutti con due postazioni). Una volta iniettato il vaccino, ognuno resta in osservazione una quindicina di minuti per verificare che non si manifestino eventuali reazioni.

La fila scorre rapida, non ci sono tempi di attesa lunghi. «Organizzazione perfetta – spiega Elisa Biancolino, 25 anni, di Moggio Udinese, social media manager dell’Università –. Non ci credo ancora, perché sembrava una cosa così lontana e invece finalmente è arrivata. Dopo la seconda dose non solo potremo lavorare in maggiore sicurezza ma anche tornare a una vita quasi normale».


Presente ieri all’avvio della campagna vaccinale per il personale dell’ateneo, assieme al rettore Roberto Pinton, al vicegovernatore del Fvg con delega alla Salute Riccardo Riccardi e all’assessore alla Sanità del Comune di Udine Giovanni Barillari, c’era il direttore dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale, Massimo Braganti. «Parallelamente sta proseguendo – il suo commento – la vaccinazione degli ultra 80enni nei distretti di Asufc, con circa 800 somministrazioni in calendario giovedì e contiamo di procedere con questa cadenza anche nelle prossime settimane».



Le vaccinazioni continuano. Giovanni Baldassarre, 26 anni, dottorando in scienze biomediche, il Covid l’ha avuto. «Io sono stato asintomatico – racconta –, mio padre invece è stato colpito in modo più grave. Sono felice di questo giorno perché ora lavoreremo in maggiore sicurezza». Andrea Brunello, 30enne di Palmanova, ricercatore del dipartimento di scienze matematiche, informatiche e fisiche, non si aspettava che il giorno tanto atteso arrivasse così presto. «Sono rimasto piacevolmente sorpreso – afferma – e sono davvero felice di averlo fatto. Spero che le adesioni aumentino ancora». Incontriamo Valentina Bianco, 34 anni, di Pescara, ricercatrice in Neuroscienze appena terminata la vaccinazione. «Quando si ha una possibilità di contrastare il Covid – afferma – bisogna assolutamente sfruttarla con il vaccino che si ha a disposizione anche perché, lo dico a chi magari non è convinto, i benefici sono maggiori dei rischi». Un giorno così atteso per molti è finalmente arrivato. Un giorno, sì, di speranza per tutti. —


 

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