Alcol ai minori, giro di vite del prefetto a Pordenone
PORDENONE. Le attività di controllo sulla vendita di alcol ai minori proseguiranno, finché il fenomeno non sarà eliminato e, anzi, sono destinate ad aumentare nelle prossime settimane. Il prefetto di Pordenone, Pierfrancesco Galante, annuncia la linea dura: i controlli non saranno limitati al periodo estivo, ma proseguiranno per essere intensificati in autunno e in inverno quando i primi freddi potrebbero incentivare ad alzare il gomito.
Un’attività che vede coinvolte polizia municipale, carabinieri, polizia di stato e guardia di finanza che, in borghese, controllano gli esercizi pubblici e la vendita di bevande alcoliche. Nel mirino baristi, ma anche esercenti, che vendono alcol ai minori incuranti dei divieti posti dalla legge e spesso ricordati dai cartelli che loro stessi appendono nei locali.
In primavera il prefetto aveva convocato tutte le forze dell’ordine attorno ad un tavolo per affrontare il problema: un fenomeno che cresce in forma esponenziale, tanto che si sono registrati casi di coma etilico tra i giovanissimi.
Da qui i controlli che hanno portato a parecchie sanzioni, ma non ancora a ridimensionare il fenomeno. «Nessuno stop con settembre - assicura Galante - perché i controlli proseguiranno a oltranza. Troppi esercenti continuano a trasgredire e noi continueremo a fare i controlli finché non arriveremo a emettere più alcuna sanzione nei confronti degli esercenti».
Che il fenomeno non sia ancora sradicato lo racconta la cronaca: l’ultimo episodio risale allo scorso fine settimana, quando carabinieri in borghese hanno individuato un barista di un locale di Pordenone, nei pressi di piazza XX Settembre, mentre serviva bevande alcoliche a due ragazze di 15 anni.
Per il titolare dell’esercizio pubblico è scattata la segnalazione all’autorità giudiziaria a cui farà seguito la segnalazione alla Prefettura. Si verificherà, in particolare, se è recidivo; in quel caso potrebbe scattare anche la chiusura dell’attività per un periodo di tempo commisurato alla gravità dei fatti.
Secondo i dati dell’Azienda per i servizi sanitari il primo bicchiere, tra i giovanissimi, viene ingurgitato tra gli 11 e i 12 anni, un pò per curiosità, un pò per cultura familiare (il classico bicchiere di vino ai pasti); dopodichè, spesso, si passa agli eccessi.
In provincia come in regione, il consumo di alcol fra i ragazzini ottiene il triste primato della giovanissima età dell’esordio - gli 11/12 anni infatti sono al di sotto della media nazionale - ma anche dell’incidenza dei bevitori a rischio sulla popolazione: il 28 per cento dei maschi e il 20 per cento delle donne.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto